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      Esiodo nel citato poema (verso 502) nomina il mese Leneo come quello contrassegnato dal massimo freddo e dalle peggiori intemperie. Già dunque allora, come più tardi, si usava combinare in un anno ora 12, ora 13 lune intiere, in modo che alle lune od ai mesi del medesimo nome corrispondesse sempre all’ingrosso la medesima stagione. Quest’intercalazione della 13ª luna si operava senza dubbio secondo che il bisogno ne era manifesto e senza regole molto esatte; tuttavia non si poteva fare nè bene nè male senza una cognizione alquanto approssimata delle epoche solstiziali. È naturale pensare che per tale effetto i Hieromnemoni o curatori delle pubbliche solennità religiose, che formavano un Comitato a parte nel celebre Consiglio degli Amfictioni, si valessero appunto delle indicazioni date dal monumento astronomico di Syros, o da qualche altro simile.
      II. FENOMENI DEL LEVARE E DEL TRAMONTO DELLE STELLE; COME POSSANO SERVIRE A DEFINIRE IN MODO CERTO ED INVARIABILE LE DIVERSE EPOCHE DELL’ANNO.
      L’OSSERVAZIONE DEI SOLSTIZI SERVIVA DUNQUE AI GRECI PRIMITIVI PER FISSARE IL PRINCIPIO DELL’ANNO E L’ORDINE DELLE LUNE INTERCALARI. MA PER STABILIRE LE ALTRE EPOCHE INTERMEDIE IN MODO CONSENTANEO AL CORSO DELLE STAGIONI AD USO DELL’AGRICOLTURA E DELLA NAVIGAZIONE IMPIEGAVANO ESSI GIÀ DA TEMPO IMMEMORABILE L’OSSERVAZIONE ASSIDUA DELLE EPOCHE, IN CUI CERTE STELLE PIÙ BRILLANTI O CERTI GRUPPI DI STELLE PIÙ FACILI A RICONOSCERE (LE PLEIADI, IL DELFINO, LA ZONA D’ORIONE), INCOMINCIAVANO AD ESSER VISIBILI, O CESSAVANO D’ESSER VISIBILI AL COMINCIAR DELL’ALBA, O AL FINIR DEL CREPUSCOLO VESPERTINO. È QUESTO UN GENERE D’OSSERVAZIONI MOLTO SEMPLICE, E FACILE ANCHE AL CONTADINO OD AL PASTORE PIÙ ROZZO, BASTANDO QUALCHE ATTENZIONE ED UN ORIZZONTE PURO. LE EPOCHE DI TALI FENOMENI ESSENDO COLLEGATE PRINCIPALMENTE COL CORSO ANNUO DEL SOLE LUNGO L’ECLITTICA, E POTENDOSI SEMPRE DETERMINARE ENTRO POCHI GIORNI D’ERRORE, FORMAVANO UNA SPECIE DI CALENDARIO NATURALE, IN CUI SI POTEVA LEGGERE DIRETTAMENTE IL TEMPO DELL’ARATURA O QUELLO DELLA SEMINAGIONE, O QUELLO IN CUI SI POTEVANO METTERE IN MARE LE NAVI. QUESTE APPARIZIONI OD OCCULTAZIONI MATTUTINE E SERALI DELLE STELLE FISSE COSTITUISCONO LA VERA E PRINCIPAL BASE DEGLI ANTICHI CALENDARI ASTROMETEOROLOGICI; ESSE FORMAVANO UNA PARTE ESSENZIALE DELLA PRATICA AGRICOLA E NAUTICA; AD ESSE SI RIFERISCONO INFINITE ALLUSIONI NEI POETI GRECI E LATINI; ALLUSIONI CHE RICHIEDONO TALVOLTA MOLTO STUDIO PER ESSER INTESE PERFETTAMENTE. DICIAMO CON BREVITÀ IN CHE COSA ESSE PRECISAMENTE CONSISTANO.


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Scritti sulla storia della astronomia antica
Tomo II
di Giovanni Virginio Schiaparelli
pagine 438

   





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