Il moto periodico degli astri maggiori, come la parte più semplice del problema, fu il primo oggetto d’indagine. Leggiamo che Talete Milesio (639-546)345 fu il primo ad investigare con qualche cura la lunghezza dell’anno solare; al quale effetto è da credere che gli fossero utili le osservazioni solstiziali fatte, come si narra, dal suo amico e coetaneo Ferecide a quello stesso eliotropio di Syros, che già vedemmo celebre ai tempi d’Omero, e che ancora si cita come esistente parecchi secoli dopo. Anassimandro (610-547) discepolo di Talete, riconobbe che il continuo cambiare del parallelo diurno che si osserva nel Sole da un giorno all’altro, e il moto spirale che esso sembra fare fra i due paralleli estremi (i tropici) sono il risultato del moto diurno della rotazione celeste, combinato col moto annuo del Sole fra le stelle in un circolo obliquo. Anassimandro aveva visitato le colonie del Ponto; dove la comparazione dell’aspetto delle stelle con quanto era stato osservato da lui e da altri a Mileto ed in Egitto sotto latitudini assai più basse lo condusse alla grande ed importante scoperta della convessità della Terra nel senso del meridiano. E poichè la rotazione diurna della sfera stellata già lo aveva convinto esser la Terra sospesa senza appoggio al centro dell’universo, combinando queste due idee egli si persuase dover esser la Terra qualche cosa di simile ad un gran cilindro (o come egli diceva, ad un tronco di colonna) coll’asse disteso nella direzione dal levante al ponente.
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