Come egli abbia potuto più tardi assicurarsi che la Terra è convessa anche nel senso perpendicolare al meridiano, non è ben noto; tuttavia pare che nei suoi ultimi anni abbandonasse quella singolare (benchè logica conseguenza delle ossservazioni) ipotesi del cilindro, e preferisse attribuire alla Terra la figura della sfera, più simmetrica e meglio corrispondente a quella dell’universo sferico, che Anassimandro supponeva circondarla da ogni parte. Queste grandi scoperte della sfericità della Terra e del suo isolamento nello spazio non sono inferiori, per merito e per difficoltà, a quelle per cui vanno celebrati i nomi di Copernico e di Newton. Ma per esser tanto lontane dal comune concetto e dalle quotidiane apparenze, durarono fatica ad esser comprese, anche da menti dotte: e più di un secolo dopo, uomini come Empedocle ed Anassagora e Democrito non ne erano ancora convinti. Bens? pare che l’adottasse subito Pitagora di Samo (569-470) discepolo di Ferecide, e con esso tutte le scuole dei Pitagorici.
La forma sferica della Terra condusse subito a scoprire la vera teoria dei climi geografici. Infatti allora per la prima volta si potè comprendere il motivo del fatto (già a quanto pare riconosciuto da Talete), dell’essere i climi terrestri ordinati secondo strisce parallele precedenti da levante a ponente; e tale fu l’origine della dottrina delle zone, dicesi proclamata per la prima volta da Parmenide di Elea (520-450). Nell’ipotesi della Terra piana coperta da una volta emisfedoveano i paesi più caldi esser quelli, nelle cui vicinanze si credeva sorgesse e tramontasse il Sole; il aveva dato origine all’antichissimo mito geografico degli orientali ed occidentali, abitanle plaghe estreme del disco terrestre verso levante e verso ponente.
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