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      CONSIDERANDO DUNQUE CHE OGNI 1461 GIORNI IL SOLE RITORNA A PRENDERE IL MEDESIMO LUOGO NELL’ECLITTICA ALLA MEDESIMA ORA DEL GIORNO, EUDOSSO ADOTTÒ QUESTA DURATA COME RAPPRESENTANTE IL VERO PERIODO DEGLI INFLUSSI SOLARI, DEI QUALI L’ANNO DI 365 O 366 GIORNI OFFRIVA IL RITORNO SOLTANTO APPROSSIMATO. TALE IDEA È ESPOSTA DA PLINIO NEI SEGUENTI TERMINI: OMNIUM QUIDEM (SI LIBEAT OBSERVARE MINIMOS AMBITUS) REDIRE EASDEM VICES QUADRIENNIO EXACTO EUDOXUS PUTAT, NON VENTORUM MODO, VERUM ET RELIQUARUM TEMPESTATUM MAGNA EX PARTE. ET EST PRINCIPIUM LUSTRI EJUS SEMPER INTERCALARIO ANNO, CANICULAE ORTU (HIST. NAT. II, 47). E COLUMELLA, DISCORRENDO DEL NUMERO D’ANNI NECESSARIO PER ESPERIMENTARE TUTTE LE QUALITÀ DI UN FONDO: SED UBI PLURIMIS VELUT EMERITIS ANNORUM STIPENDIIS FIDES SURCULO CONSTITIT, NIHIL DUBITANDUM EST DE FOECUNDITATE. NEC TAMEN ULTRA QUADRIENNIUM TALIS EXTENDITUR INQUISITIO; ID ENIM TEMPUS FERE VIRENTIUM GENEROSITATEM DECLARAT, QUO SOL IN EANDEM PARTEM SIGNIFERI PER EOSDEM NUMEROS REDIT, PER QUOS CURSUS SUI PRINCIPIUM COEPERAT. QUEM CIRCUITUM MEATUS DIERUM INTEGRORUM MILLE QUADRINGENTORUM SEXAGINTA UNIUS ????????????? VOCANT STUDIOSI RERUM CAELESTIUM. (DE RE RUSTICA, LIB. III, CAP. VI). QUESTO CICLO ESSENDO PURAMENTE SOLARE, NON CORRISPONDE AL RITORNO DELLA LUNA: EPPERÒ GLI EFFETTI SULL’ATMOSFERA E SULLA VEGETAZIONE SI RESTITUISCONO SOLTANTO MAGNA EX PARTE, SICCOME DICE PLINIO. PER TENER CONTO DEGLI INFLUSSI LUNARI EUDOSSO RITORNÒ ALL’ANTICA OTTAETERIDE; DUPLICANDO IL CICLO PRECEDENTE FORMÒ COSI IL SUO ANNO GRANDE DI 2922 GIORNI SOLARI, AI QUALI CORRISPONDEVANO APPROSSIMATIVAMENTE 99 LUNAZIONI DI GIORNI 2923 ½. LA DIFFERENZA DI UN GIORNO E MEZZO SAREBBE STATA INTOLLERABILE IN UN CICLO DESTINATO A REGOLARE LA CRONOLOGIA, NÈ CERTO POTEVA QUEL GRANDE ASTRONOMO IGNORARE IL CICLO TANTO PIÙ ESATTO DI METONE356. MA TRATTANDOSI SEMPLICEMENTE DEL RINNOVARSI DELLE IDENTICHE COMBINAZIONI D’INFLUSSI SOLARI E LUNARI, LA DIFFEREUZA DI UN GIORNO E MEZZO IN CAPO AD OTTO ANNI NON ERA TALE DA INFLUIRE GRANDEMENTE SUL RITORNO DELLE STAGIONI E DEGLI EFFETTI SOLARI; DEI QUALI LA VARIAZIONE IN TALE INTERVALLO, ED ANCHE DURANTE UN INTERVALLO DOPPIO O TRIPLO POTEVA CONSIDERARSI COME POCO SENSIBILE. IL SIGNIFICATO METEOROLOGICO DELL’OTTAETERIDE È INDICATO CHIARAMENTE NEL SEGUENTE PASSO DI PLINIO (HIST. NAT. LIB. XVIII, CAP. 25): INDICANDUM EST ET ILLUD, TEMPESTATES IPSAS CARDINES SUOS HABERE QUADRINIS ANNIS, ET EASDEM NON MAGNA DIFFERENTIA REVERTI RATIONE SOLIS; OCTONIS VERO AUGERI EASDEM, CENTESIMA REVOLVENTE SE LUNA.


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Scritti sulla storia della astronomia antica
Tomo II
di Giovanni Virginio Schiaparelli
pagine 438