Fu grande amico di Conone or ora nominato, e di Archimede, il quale gli dedicò parecchie fra le sue opere più importanti di Geometria. Del suo parapegma restano più di 40 indicazioni. Dositeo è ricordato come uno di quelli, che nelle loro osservazioni dei fenomeni presero per base l’ottaeteride eudossiana.
Fra i parapegmatisti, che ordinarono le loro osservazioni secondo l’ottaeteride al modo di Eudosso, trovasi nominato Critone di Nasso, che fu anche istorico. Due soli dati del suo parapegma ci furono conservati da Plinio, ed è incerta l’epoca in cui visse. Così pure incerta è l’epoca di Parmenisco358, del cui parapegma abbiam pure due indicazioni, anche queste riferite da Plinio.
Nella serie dei parapegmatisti dobbiamo pure inscrivere il gran nome d’Ipparco da Nicea (180-110), i cui meriti come riformatore dell’Astronomia non hanno bisogno d’esser ricordati. Prima di stabilirsi in Rodi, dove pare abbia fatto tutti i suoi più importanti lavori astronomici, già nella sua nativa terra di Bitinia si era dato alle osservazioni dei fenomeni stellari e delle vicende atmosferiche. Racconta Eliano, che in una giornata pura e serena egli comparve nel teatro di Nicea bene difeso dal suo mantello: di che si rise da principio, ma non più tardi, quando subitamente rannuvolatosi il cielo, cominciò a piover forte. E aggiungesi che un gran personaggio allora ospite dei Niceni si congratulasse con loro dell’aver essi fra i loro cittadini un filosofo di tanto sapere. Questa novelletta non ha forse maggior fondamento storico dell’altra simile che narrammo più sopra di Democrito, e di un’altra che dicesi di Anassagora nel teatro di Olimpia; ma attesta tuttavia la gran fama di cui godeva Ipparco anche come meteorologista.
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