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      «Le predizioni delle episemasie, che si fanno nei parapegmi, non sono determinate da precetti sicuri, nè con arte metodica, in modo da avere un necessario effetto. Ma in essi s’inscrive quello che risulta per lo più concordare colla quotidiana osservazione. L’osservazione e discussione a ciò relativa suolsi fare come segue. Partendo dal principio dell’anno, e notando giorno per giorno in qual segno ed in qual grado si trovi il Sole, accanto vi si registrano le mutazioni dell’aria, dei venti, le piogge e le grandini. Le quali cose osservando per molti anni, quelle mutazioni che più spesso si notano corrispondere ai medesimi luoghi dello zodiaco, vengono registrate nei parapegmi, non come predizioni desunte da teoria certa, ma come indizio pratico di ciò che prossimamente si può aspettare. E poichè il principio dell’anno non è per tutti il medesimo, nè i mesi hanno gli stessi nomi e lo stesso numero di giorni, non è possibile ordinare il tutto secondo un medesimo sistema di calendario: pertanto vollero determinare le epoche delle mutazioni dell’aria riferendosi a certi segnali invariabili, quali sono il levare e il tramonto degli astri …. Perciò coloro che da principio composero i parapegmi sulle osservazioni, fissati quei luoghi dello zodiaco, a cui corrispondono per lo più certe date vicende dell’atmosfera, ricercarono quali astri si levino o tramontino in quelle epoche …. Manifesto è dunque che le episemasie dei parapegmi sono indicazioni approssimative, non dedotte da alcuna arte, nè legate ad alcuna necessità; ma sono il frutto di continuate osservazioni.


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Scritti sulla storia della astronomia antica
Tomo II
di Giovanni Virginio Schiaparelli
pagine 438

   





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