Pagina (285/438)

   

pagina


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina 

      , approssimazione certamente non dispregevole, e che sembra derivata piuttosto dall’idea di formare un quadrato equivalente al circolo, anzi che da quella di rettificarne la circonferenza. L’area del triangolo isoscele è supposta uguale al prodotto del lato per una metà della base; e l’area del trapezio simmetrico a basi parellele è supposta uguale al prodotto di uno dei lati non paralleli per la semi-somma delle basi. Queste regole noi sappiamo che sono false generalmente. Esse sono approssimativamente valevoli soltanto quando la base del triangolo e le due basi del trapezio sono molto piccole rispetto ai lati delle rispettive figure; in altri termini, quando in queste figure la larghezza è molto minore dell’altezza. Forse tali condizioni saranno state adempite in una certa misura nella disposizione ordinaria adottata per le parcelle di terreno. Che che sia di questo, tali regole così imperfette pare siano rimaste per molti secoli come canone invariabile dell’agrimensura egiziana, poichè esse si trovano messe in pratica in un altro documento egiziano anteriore appena di un secolo all’èra cristiana. Intendo parlare di una iscrizione geroglifica scolpita sul muro esterno del tempio di Oro nella città di Apollinopoli grande, oggi detta Edfu, nell’alto Egitto sopra Tebe. Tale iscrizione, o piuttosto complesso d’iscrizioni, è stato studiato da Lepsius nelle memorie dell’Accademia di Berlino del 1855, e contiene null’altro che l’enumerazione simultanea dei lati e delle aree di 52 parcelle per lo più quadrilatere di terreno, donate in varie epoche al tempio come fondazioni pie di diversi re.


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina 

   

Scritti sulla storia della astronomia antica
Tomo II
di Giovanni Virginio Schiaparelli
pagine 438

   





Oro Apollinopoli Edfu Egitto Tebe Lepsius Accademia Berlino