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      Alcune parcelle triangolari sono designate come quadrilateri, di cui un lato è uguale a zero. Ora, confrontando i lati di ciascuna figura coll’area corrispondente, si trova che per tutte quelle figure, che sono quadrilateri d’ogni forma, l’area assegnata è stata ottenuta facendo il prodotto delle semisomme dei lati opposti; le regole del papiro Rhind sono evidentemente casi particolari di questa. Lepsius veramente cerca, con una spiegazione artifiziosa, di salvare l’onore degli agrimensori, che calcolarono le parcelle del tempio d’Edfu, supponendo che i quattro numeri esprimenti le dimensioni dei quadrilateri non siano precisamente i loro lati. Tuttavia il solo fatto, che quei geodeti credevano di determinare l’area di un quadrilatero con quattro soli elementi, basta a convincerci della loro ignoranza delle cose di geometria, quand’anche il parallelismo offerto dal papiro Rhind non attestasse formalmente contro l’interpretazione benigna di Lepsius. Bensì a loro parziale discolpa dobbiamo dire, che la maggior parte delle parcelle d’Edfu sono quadrilatere, di figura molto allungata, e con angoli poco diversi dal retto; onde l’errore risultante dai loro calcoli in pochi casi è di sensibile importanza.
      QUESTE PRATICHE GROSSOLANE DEGLI AGRIMENSORI EGIZIANI, DI CUI IL PAPIRO RHIND E L’ISCRIZIONE DI EDFU MOSTRANO LA CONSERVAZIONE DURANTE UN INTERVALLO DI FORSE 16 SECOLI, NON ERANO DESTINATE TUTTAVIA A PERIRE, MALGRADO LA LORO INTRINSECA IMPERFEZIONE. ESSE DOVETTERO FORSE ECLISSARSI UN MOMENTO AL COSPETTO DELLA LUCE IRRADIATA DALLE SCUOLE DEI GEOMETRI D’ALESSANDRIA. NELLA STESSA EPOCA INFATTI, IN CUI I SACERDOTI EGIZIANI SCRIVEVANO LE LORO EMPIRICHE QUADRATURE SUI MURI DEL TEMPIO D’EDFU, UNO DEI PIÙ CELEBRI MATEMATICI DELL’ANTICHITÀ, ERONE ALESSANDRINO, SCRIVEVA AD USO DEI PRATICI, SEMBRA PER ORDINE DEI TOLOMEI, LE SUE REGOLE GEOMETRICHE E STEREOMETRICHE, LE QUALI, CORROTTE, MUTILATE ED INTERPOLATE IN MILLE MODI, GIUNSERO A NOI IN VARIE DIFFERENTI EDIZIONI. CHE ERONE FOSSE ALTRETTANTO PROFONDO NELLE COSE DI TEORIA, QUANTO VALENTE NELLE COSE DI PRATICA, BASTA A PROVARLO LA REGOLA CELEBRE DA LUI INVENTATA, O PER LO MENO ELEGANTEMENTE DIMOSTRATA, CON CUI SI OTTIENE L’AREA DI UN TRIANGOLO QUALUNQUE, ESPRESSA PER I LATI DEL TRIANGOLO. È QUESTA CERTAMENTE UNA DELLE PIÙ BELLE COSE CHE CI SIANO RESTATE DELLA GEOMETRIA DEI GRECI. ANCHE LA SOLUZIONE DATA DA ERONE DEL PROBLEMA DELLE DUE MEDIE PROPORZIONALI È DISTINTA PER ELEGANTE SEMPLICITÀ. ERONE POI ABBRACCIÒ LE APPLICAZIONI PRATICHE DELLE MATEMATICHE IN TUTTA L’ESTENSIONE CHE SI CONVENIVA AI SUOI TEMPI, SICCOME PUÒ DEDURSI DAL GRANDE NUMERO DI OPERE DA LUI SCRITTE SULLA GEODESIA, SULLA MECCANICA, SULL’ARTE DELLA GUERRA E SULL’OTTICA, DELLE QUALI UNA PARTE È GIUNTA FINO A NOI, E MERITEREBBE LE CURE DI UNA NUOVA DILIGENTE EDIZIONE. A QUESTA CATEGORIA DI SCRITTI APPARTENGONO PURE LE SUE REGOLE GEOMETRICHE, LE QUALI FURONO DA LUI COMPILATE IN FORMA POPOLARE PER USO DEI PRATICI, E PERCHÈ FOSSERO SOSTITUITE AL VECCHIO ED IMPERFETTO CANONE DEGLI AGRIMENSORI EGIZIANI. PROVE EVIDENTI DI QUESTO SCOPO RAVVISA IL CANTOR IN DIVERSE PARTICOLARITÀ, RIGUARDO ALLE QUALI ERONE SI È SCOSTATO DALLE USANZE COMUNI AGLI ALTRI GEOMETRI GRECI, PER ADATTARSI ALLE FORME ALLORA VIGENTI PRESSO I PRATICI DEL PAESE. UNA DI QUESTE È IL MODO CON CUI SONO PROPOSTE LE RISOLUZIONI DEI PROBLEMI. NEL PAPIRO RHIND QUESTE SOLUZIONI VENGONO INTRODOTTE COLLA FORMOLA «FA COSÌ»; E SIMILMENTE LA MASSIMA PARTE DELLE SOLUZIONI DI ERONE CONTIENE LA FORMULA INIZIALE ????? ????? CHE È L’ESATTA TRADUZIONE DELL’ALTRA367. PRESSO ERONE SI TROVANO QUASI SEMPRE LE SOLUZIONI DEI PROBLEMI ESEMPLIFICATE NUMERICAMENTE, COME NEL PAPIRO, SEBBENE L’AUTORE GRECO NON SEMPRE SI CONTENTI DI QUESTO METODO FANCIULLESCO, E MOLTE VOLTE ENUNZI ANCHE LE REGOLE IN TERMINI GENERALI, ESEMPLIFICANDOLE POI IN NUMERI. DA ULTIMO, IL CALCOLO DEI NUMERI ROTTI E PRESSO ERONE E NEL PAPIRO È CONDOTTO ESCLUSIVAMENTE USANDO DI FRAZIONI FONDAMENTALI, CIOÈ DI TALI FRAZIONI, IL CUI NUMERATORE È SEMPRE L’UNITÀ, IL DENOMINATORE UN NUMERO INTERO368. TALE USO, CHE SI TROVA ANCHE PRESSO I GEOMETRI GRECI DELLA SCUOLA D’ALESSANDRIA, SEMBRA ABBIA LA SUA RADICE NEI PIÙ REMOTI SECOLI DELL’ANTICHITÀ EGIZIANA.


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Scritti sulla storia della astronomia antica
Tomo II
di Giovanni Virginio Schiaparelli
pagine 438

   





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