Le quali, parte perchè ristrette ad una sola nazione o ad un sol ramo delle matematiche, parte perchè troppo concise e qualche volta troppo superficiali (parecchie sono compilazioni tratte dal Montucla stesso) non poterono soddisfare ai desideri degli studiosi in modo conveniente e completo.
Ma, come tutti gli studi storici, così pure quelli concernenti l’origine e il progresso delle matematiche avevano fatto grandi progressi dopo la prima pubblicazione di quella storia: tanto, che il Montucla stesso, già di età grave, volle sul finire del secolo scorso tentarne una seconda edizione. Suo disegno era di condurla fino al 1800, laddove nella prima edizione il racconto di poco oltrepassava il 1700 e terminava colla invenzione del calcolo sublime. L’impresa non riuscì a seconda dell’intenzione; dopo ripubblicata l’antica storia con alcune addizioni divenute necessarie, Montucla fu rapito ai viventi nel 1799, non avendo compiuto che una piccola parte della narrazione concernente il secolo XVIII. La Laude, celebre astronomo suo amico e principale fautore, compì l’opera aggiungendo due volumi ai due già pubblicati; al che parte si valse dei materiali già raccolti da Montucla e parte contribuì del suo. Malgrado tali cure, e malgrado la copia delle notizie che essi contengono, questi due volumi sono riusciti grandemente inferiori ai due primi, e possiam dire, che l’istoria delle matematiche dopo Newton e Leibnitz è ancora da scrivere. Montucla aveva voluto abbracciare nel suo piano tutte le matematiche pure e miste, dall’aritmetica e dalla geometria fino alla meccanica pratica, all’ottica, all’astronomia, all’idraulica; nè avea ricusato d’occuparsi anche della musica, considerata nel senso che a questa parola attribuivano i Greci.
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