NELLA TRATTAZIONE DEI CALENDARI IRANICI L’AUTORE, PIÙ FORTUNATO DI IDELER, HA POTUTO APPOGGIARSI ALL’INTERPRETAZIONE, AI NOSTRI TEMPI MOLTO PROGREDITA, DELLO ZENDAVESTA E PRESENTAR UNA DESCRIZIONE PIÙ COMPLETA; IN CI? ANCHE PROFITTANDO DELLE NUOVE NOTIZIE FORNITE DA ALBÎÛ. MA LE QUESTIONI D’ORIGINE, GIÀ COSÌ TRATTATE DA , NON HANNO FATTO DA QUESTO IN POI ALCUN PASSO NOTABILE, MALGRADO LE IPOTESI INGEGNOSE PROPOSTE A QUESTO FINE. L’USO DEL CALENDARIO IRANICO, SOTTO FORME FRA LORO POCO DIFFERENTI, SI DIFFUSE NEI SECOLI DI MEZZO SU GRAN PARTE DELL’ASIA OCCIDENTALE DAL GOLFO PERSICO AI MONTI ALTAI, E DALL’HALYS ALL’INDO. TUTTI SONO APPOGGIATI ALL’ANNO VAGO DI 365 GIORNI, AD ECCEZIONE DEL PIÙ ANTICO CONOSCIUTO, QUELLO CHE SI USAVA IN PERSIA TEMPI DI CIRO E DI DARIO, CHE PARE FOSSE INSOMMA UNA FORMA DEL CALENDARIO LUNISOLARE BABI.
Col capitolo degli Indiani l’Autore entra in una materia che al tempo di Ideler era ancora poco accessibile, e che Ideler non tratt?. Nelle epoche più antiche della storia indiana, rappresentate dai Veda e dai loro commentari teologici e liturgici detti Brahmana, computo dei tempi era fondato principalmente sul mese lunare suddiviso dal novilunio vero e dal plenilunio in due parti, con qualche accenno ad una divisione in quattro, che più chiara si manifestò poi negli scritti dei Parsi e dei Buddisti. Veramente notevole è il modo con cui gli Indiani già in tempi remoti connettevano il mese lunare coll’anno solare. Avevano essi osservato, che la diventa piena appunto quando è opposta al Sole.
| |
Indiani Autore Ideler Ideler Veda Brahmana Parsi Buddisti Indiani Sole
|