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      LA CONGETTURA DI WOEPCKE SEMBRA ANZI FAVORITA DA PIÙ CONSIDERAZIONI GENERALI. CI SEMBRA INFATTI CHE QUEL POPOLO, IL QUALE MOSTRÒ SEMPRE UN’ATTITUDINE SPECULATIVA COSÌ GRANDE PER LE MEDITAZIONI SUI NUMERI, CHE SECONDO L’UNIVERSALE OPINIONE INVENTÒ L’ARITMETICA DI POSIZIONE422, CHE ELEVÒ L’ALGEBRA AD UN PUNTO RAGGIUNTO DAGLI OCCIDENTALI SOLTANTO NEL SECOLO XVIII, ABBIA POTUTO ANCHE FIN DA PRINCIPIO ESSER MAESTRO ANZICHÈ DISCEPOLO. TALE CONGETTURA SPIEGA ALTRESÌ LE INCONTRASTABILI, EPPURE ENIGMATICHE TRACCE DI NOTEVOLI COGNIZIONI ALGEBRAICHE PRESSO I GRECI DI EPOCHE COMPARATIVAMENTE RIMOTE423.
      Non vogliam tuttavia tacere una difficoltà che qui si è presentata alla nostra mente. Nelle comparazioni di misure del Lalitavistara occorre frequentemente il rapporto 7; è questo un numero indiano424? Esso non è certamente neppur greco. Al più sappiamo da Erodoto, che i Babilonesi, oltre al cubito di 6 palmi avevano anche il cubito reale di 7 palmi. Tutto ben pensato, dobbiamo qui limitarci ad esprimere la speranza che riesca a futuri investigatori di dimostrare perentoriamente quell’influsso greco-indiano nel campo aritmetico-algebrico, che oggi si può piuttosto indovinare, anzichè provare.
      NEL CAMPO DELLA GEOMETRIA SI HANNO INVECE RAGIONI GENERALI PER AMMETTERE UN INFLUSSO DEI GRECI SUGLI INDIANI. ANCHE QUEGLI SCRITTORI, COME HANKEL425, CHE PIÙ DECISAMENTE SI SONO PRONUNZIATI IN FAVORE D’UNO SVILUPPO ORIGINALE NELLA GEOMETRIA INDIANA, SONO COSTRETTI A CONCEDERE, CHE PRESSO GLI INDIANI NON SI TROVA ALCUNA TRACCIA DI DIMOSTRAZIONI RIGOROSE E COSTRUTTIVE. PER TUTTO DOV’È POSSIBILE, ESSI SI FONDANO SUL CALCOLO, PERDENDO AFFATTO D’OCCHIO LA BASE GEOMETRICA DELLA QUESTIONE, LA QUALE NON RICOMPARISCE CHE QUANDO SI TRATTA DI CONCLUDERE. E QUANDO DI VERITÀ GEOMETRICHE NON SI PUÒ DARE ALTRA DIMOSTRAZIONE, CHE GEOMETRICA, ESSI SI CONTENTANO DI FAR APPELLO ALL’OCCHIO DEL DISCENTE. GUARDA! ESSI GLI DICONO, E QUESTA ISPEZIONE DEVE BASTARE A MOSTRAR COME EVIDENTI CONGRUENZE E SIMILITUDINI DI FIGURE. NON SAPPIAMO AFFATTO CAPIRE, COME PER QUESTA STRADA SI POTESSE ARRIVARE A SCOPERTE GEOMETRICHE, E MENO ANCORA, COME DI QUESTE DERIVAZIONI ALGEBRICHE SI POTESSERO PERDERE LE TRACCE PRESSO UN POPOLO COSÌ AVVEZZO ALLE CONSIDERAZIONI D’ALGEBRA. NOI SIAMO AVVEZZI A CONSTATARE REGRESSI NELLA SCIENZA TUTTE LE VOLTE CH’ESSA È VENUTA A CONFLITTO SIA COL SENTIMENTO POPOLARE, SIA COLLA RELIGIONE, OPPURE COI PRODOTTI SUPERSTIZIOSI DEL SENTIMENTO RELIGIOSO; LA STORIA DELL’ASTRONOMIA OFFRE DI CIÒ NUMEROSI ESEMPI. MA IN UNA SCIENZA COSÌ NEUTRALE RISPETTO ALLA RELIGIONE E A TUTTO IL RESTO, COM’È LA GEOMETRIA, UN REGRESSO SIMILE A QUELLO CHE SI PUÒ CONSTATARE QUANDO DA BRAHMAGUPTA SI SCENDE A BHÂSKARÂCÂRYA, CI SEMBRA COMPRENSIBILE SOLTANTO QUANDO SI TRATTI PRINCIPALMENTE DI NOZIONI STRANIERE TRAPIANTATE IN MODO NON NATURALE SUL TERRENO INDIANO.


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Scritti sulla storia della astronomia antica
Tomo II
di Giovanni Virginio Schiaparelli
pagine 438

   





Lalitavistara Erodoto Babilonesi