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      , cioè esattamente la parola praticata in Occidente fino ad Alberto Dürer.
      Non dissimuliamo, esservi qui una pericolosa obbiezione. Ammettendo che la costruzione di Dürer si appoggi ad? = 14, d = 16, a cagione di
      , ne deriva
      , mentre nelle nostre anteriori ricerche su questa costruzione456 abbiamo creduto riconoscervi il valore
      che già s’incontra presso Vitruvio, e che poi da M. Curtze fu trovato presso un gran numero di pratici. ? quasi incredibile, che da una identica costruzione risultino due valori differenti di ?.
      Tuttavia, ciò che sembra poco credibile qui pare verificarsi. Vitruvio impiega
      per la quadratura, per la rettificazione circolo. Si potrebbe dunque benissimo immaginare, che la costruzione del Düoriginariamente fosse nata nel modo qui sopra da noi esposto. I suoi autori riconobbero, che d = ?era troppo poco, e d = ?era troppo; elessero dunque
      , a ci? condotti dalla possibilità di esprimere tutte le lunghezze in numeri interi col solo porre ???? = 3. Il luogo di questa invenzione immaginiamo fosse Alessandria, l’piutremota. Il problema della rettificazione del circolo fu in Grecia notabilmente più recente, nè possiamo farlo risalire al di là di Archimede. Forse anche in occasione di questo nuovo problema fu posto a base di nuovi calcoli il
      . Intanto il calcolo geometrico coll’aiuto degli irrazionali era divenuto di pieno dominio dei geometri alessandrini, e senza introdurre approssimazioni si potè mettere
      , quindi
      , da cui il vitruviano
      .
      Veniamo ora alla regola data in comune dai tre Çulvasûtras per ottenere la quadratura del circolo coll’equazione


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Scritti sulla storia della astronomia antica
Tomo II
di Giovanni Virginio Schiaparelli
pagine 438

   





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