Infatti, non era possibile osservare le eclissi di Luna citate da Tolomeo nell’Almagesto come vedute in Babilonia, se gli osservatori non fossero stati già in qualche modo preparati. Tra queste eclissi ve ne sono alcune di due o di tre digiti, le quali sfuggirebbero senza dubbio anche ad un osservatore moderno, quando non ne fosse prima avvertito. E tre di queste eclissi furono osservate, nello spazio di 18 mesi, negli anni 721 e 720 prima di Cristo. Inoltre, per la maggior parte di esse è assegnato il tempo del principio: tutte circostanze che suppongono una attenzione preventiva. Per queste ragioni io ho creduto sempre, che già ai tempi di Nabonassar i Caldei sapessero indicare almeno prossimamente le epoche per cui doveva aspettarsi un’eclisse di Luna, e che ciò facessero col ciclo di 223 lunazioni, da loro a prezzo di lunghe e continuate osservazioni inventato. Una recente scoperta è venuta a confermare ed anzi a estendere questa mia supposizione. Il signor Smith ha decifrato, non è molto tempo, una tavoletta assira, scritta in carattere cuneiforme, della quale il senso è questo: «Al re mio signore, il tuo servo Abil-Istar. La pace protegga il re mio signore, Nebo e Merodach gli siano favorevoli; gli Dèi gli concedano lunga vita, salute e contentezza. Rispetto all’eclisse di Luna, per la quale il re mio signore ha inviato nelle città di Akkad, di Borsippa e di Napur, io ho fatto l’osservazione nella città d’Akkad; l’eclisse è avvenuta, e ciò invio al mio signore. Per l’eclisse del Sole, io ho fatto l’osservazione; l’eclisse non è avvenuta, e di ciò pure rendo conto al mio signore.
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