182 THEONIS SMYRNAEI, Astronomia, Astronomia, ed. H. Martin, pp. 214, 292 e 300-302.
183 In PETAVII, Uranologion, ed. Paris, 1630, p. 4.
184 Come risulta dal testo riportato nell’appendice, Simplicio non aveva nelle mani il testo di Gemino, e lo ha riprodotto estraendolo dal commento, che sulla Fisica di Aristotele aveva fatto Alessandro Afrodisiense.
185 THEONIS SMYRNEI, Astron., ed. Martin, cap. XXVI, p. 220.
186 Ibid., cap. XXVII, p. 258.
187 IBID., CAP. XXVIII, P. 262.
188 Ibid., cap. XXX, p. 270.
189 Longum est demonstrando persequi, quae sit, et quatenus accidat, maxima stellarum errantium altitudo, quae media, quae minima; seu per eccentros ferantur, seu per epicyclos (circulos). Itaque veniemus etc, Così Calcidio, copiando anch’egli Adrasto, nel suo Commentario al Timeo di Platone, capo LXXXVI (MULLACH, Fragmenta Philosophorum Graecorum,vol. II, p. 201). Vedi anche al capo LXXIX del medesimo Commentario un cenno delle dissensioni dei matematici al riguardo degli eccentri e degli epicicli.
190 Vedi qui sopra, § 14.
191 Tolomeo conosceva il modo di rappresentare l’anomalia della Luna con un eccentro mobile (Almagesto, IV, 4). Non l’adottò, volendo riservare l’eccentro mobile alla teoria dell’evezione. Ma ebbe cura di dimostrare, che ambedue le ipotesi si possono adattare in modo da produrre gli stessi risultati.
192 Mentre per i pianeti superiori la rivoluzione del centro dell’eccentrico intorno alla Terra è per tutti un anno, per gli inferiori dovrebbe essere diversa, e per ciascuno di essi uguale a ciò che noi chiamiamo rivoluzione siderea, che per Mercurio e Venere era agli antichi (ed anche ai moderni prima di Copernico) totalmente sconosciuto.
| |
Astronomia Astronomia Martin Uranologion Simplicio Gemino Fisica Aristotele Alessandro Afrodisiense Astron Ibid Ibid Longum Così Calcidio Adrasto Commentario Timeo Platone Fragmenta Philosophorum Graecorum Commentario Vedi Tolomeo Luna Almagesto Terra Mercurio Venere Copernico
|