249 ZELLER, Philosophie der Griechen, vol. IV (3ª ed.), pp. 903-904.
250 THEONIS SMYRNEI, Astronomia, ed. Martin, p. 328.
251 Accetto qui senza dubitare la bella emendazione proposta dal DIELS nella sua edizione, vol. I, p. XXXII, e vol. II, p. 1463; pel cui mezzo a questo passo si restituisce il suo vero e naturale significato. L’antica lezione diceva ?? ??? ???????? ??? ??????????? ????????????? ?????????, ??? ???????. Ciò che condusse il BOECKH (Kosm. Syst. des Platon, p. 134 e Vierjährige Sommerkreise der Alten, p, 13) alla curiosa supposizione, che Gemino avesse scritto un Commentario alla Meteorologia di Posidonio, e che poi egli stesso avesse fatto un compendio od un estratto di detto commentario.
252 HYGINI, Astronomica, recensuit B. BUNTE. Lipsia, 1875. Lib. II, c. 35.
253 A questa conclusione sembra contraddire quanto scrive GEMINO nei suoi Elementi dì Astronomia, Capo XIV, che «la grandezza del Cane è superata da altre stelle». Ma Gemino fra gli antichi è uno di quelli che ammettono fra le stelle una grande varietà di distanze dalla Terra. «Non si deve pensare che tutte le stelle sian poste sopra una stessa superficie (sferica): ma invece è da credere che alcune sian più alte, altre più basse». Ibidem. Capo 1. Pertanto la difficoltà accennata si risolve ammettendo che Gemino intendesse parlare della grandezza reale del Cane, non dello splendore apparente.
254 Cosmos. Essai d’une description physique du Monde, edizione francese di Milano (1854): vol. III, p. 105.
255 ASTRONOMISCHE NACHRICHTEN, 1839, N. 372.
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