263 ABD-EL-RAHMAN AL-SÛFI, Descrìption des étoiles fixes. Traduction littèrale par H. C. F. C. Schjellerup. St. Pétersbourg, 1874.
264 est cerea si riferisce al colore, e riproduce esattamente la dizione arabica shamâie (simile a cera) dell’Almagesto arabico.
265 S’intende la media delle tre principali che sono nel corpo dello Scorpione, alle quali si era fatto allusione nelle linee precedenti del catalogo tolemaico.
266 Probabilmente ha voluto dire che la stella è più rossa quando è più vicina all’orizzonte? invece di quum è forse da leggere quia.
267 Vedi la memoria diKNOB?L, ?ote ?n the Descriptions of two stars in Ptolemy’s Catalogue. (Notices, vol. XLV).
268 Chi ha avuto occasione di leggere autori arabi nelle versioni mediovali (che spesso sono le sole esistenti) non si maraviglierà di questo. La mancanza di punti e la facilitàdi scambiare una lettera con ’altra hanprodotto frequentissimamente di controsensi ’vocaboli comuni. Quanto ai nomi propri, le trasformazioni avvenute in questo modo sono quasi e lo sanno per prova quelli che si sono occupati di proposito della geografia degli Arabi.
269 LA STESSA COSA HA ULUGH-BEG SUO CATALOGO, SICCOME HA NOTATO SEE A P. 383 DEL VOLUME XI DEL PERIODICO ASTRONOMY ASTROPHYSICS. VEDE CHE L’ALMAGESTO USATO DAL PRINCIPE TARTARO È DERIVATO DALLA STESSA FCHE USATI DA ALSÛE DA GERARDO DI CREMONA, MALGRADO CHE BEG SIA VISSUTO MOLTO DOPO DI QUESTI.
270 Alsû giudica rosse lo seguenti stelle: Arturo, Aldebaran, Antares, Beteigeuze; omettendo così Polluce e Sirio.
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