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      Qui noteremo soltanto, che il testo riferito da Efestione concorda pienamente colle edizioni stampate del Tetrabiblo. Pertanto siamo in grado d’affermare che 250 anni dopo Tolomeo i passi da noi riferiti del Tetrabiblo già si leggevano tali quali ora noi li leggiamo: ciò che non poco conferisce all’autorità dei medesimi.
      273Questo criterio è enunziato a dir vero molto chiaramente da Tolomeo, non però a proposito delle stelle fisse, ma a proposito, dei pronostici che si possono trarre dai colori osservati nelle eclissi, negli aloni, nelle aurore polari, ed in tutte le luci meteoriche osservate in ciclo. «Quando queste luci sono fosche o pallide (?????? ? ????????), significano quello che si disse della natura di Saturno. Se son bianche (?????) hanno la natura di Giove. Se rosse (????????), hanno la natura di Marte. Se gialle (?????) hanno la natura di Venere. Se di vario colore (???????), hanno la natura di Mercurio» (Tetrabiblo, libro II, p. 23 dell’edizione di Norimberga). Affinchè si veda con qual grado di consistenza tale criterio del colore è stato applicato da Tolomeo nell’assimilare la natura delle stelle a quella di certi pianeti, pongo nella seguente tabella una lista di stelle di decisa colorazione data da MAEDLER nella sua Astronomia (4ª edizione § 207): accanto alla quale è segnato in corrispondenza di ogni stella il nome del pianeta o dei pianeti a cui Tolomeo ha assimilato la natura di ciascuna stella. Nella lista ho aggiunto Antares, omesso da Maedler.
      NOME COLORE SECONDO PIANETI A CUI TOLOMEO


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Scritti sulla storia della astronomia antica
Tomo II
di Giovanni Virginio Schiaparelli
pagine 438

   





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