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      110-16.
      280 HIPPARCHI inArati etEudoxi Phaenomena L, ,p. 241 ’edidi PETAVIO (Uranologion, . Paris, 1630). Anche GEMINO la di Procione.
      281 ASTRONOMICA, ED. BUNTE, P. 96. NON CITO I CATASTERISMI AD ERATOSTENE, PROVATO DI ESSI, CHE SONO UNA RELATIVAMENTE RECENTE, FATTA PRINCIPALMENTE SU DI IGINO.
      282 Antecanis, Graio Procyon qui nomine fertur. Aratea, ed. Buhle, vol. II, p. 18.
      283 SALMASII, PLINIANAE EXERCITATIONES IN SOLINUM, PP. 303-309 NELL’EDIZIONE DI UTRECHT, 1689.
      284 Vi è tuttavia un passo (Hist. Nat. II, 47), che sembra contraddire a tutti gli altri: Omnium quidem redire easdem vices quadriennio exacto Eudoxus putat, non ventorum modo, verum et reliquarum tempestatum magna ex parie. Et est principium lustri ejus semper intercalario anno, caniculae ortu. Generalmente si crede, che il principio dell’anno eudossiano fosse segnato, come per gli Egiziani, dal levare di Sirio (BOECKH, Ueber die vierjährigen Sonnenkreise der Alten, p. 50). Pertanto Plinio avrebbe designato qui, col nome di Canicola, Sirio e non Procione. La cosa si può spiegare senza troppa difficoltà, ammettendo che Plinio abbia trascritto la notizia da un autore latino uso a riguardare Sirio e Canicola come sinonimi (quale fu Columella per esempio), senza verificare il significato preciso attribuito da quello al vocabolo Canicula. che per lui, Plinio, senza dubbio anche questa volta significava Procione. Nè è questo l’unico abbaglio di tal natura in Plinio; e basti per ora avervi accennato.
      285 BUHLE, Aratea, vol.


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Scritti sulla storia della astronomia antica
Tomo II
di Giovanni Virginio Schiaparelli
pagine 438

   





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