Cic. Div. I, 8:
— QUIS IGITUR ELICERE CAUSAS PRAESENSIONUM POTEST? ET SI VÌDEO BOËTHUM STOICUM ESSE CONATUM, QUI HACTENUS ALIQUID EGIT, UT EARUM RATIONEM RERUM EXPLICARET, QUAE IN MARI CAELOVE FLERENT. —
CIC. DIV. II, 21 :
— NAM ET PROGNOSTICORUM CAUSAS PERSECUTI SUNT ET BOËTHUS STOICUS ET POSIDONIUS. —
352 Il ciclo di Metone è nominato anche da Arato (Arati Solensis Phaenomena etc. curavit I. T. Buhle. Lipsiae, 1793) vv. 752, 753:
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.... concinunt enim iamNovem et decem circuli lucidi Solis,
IL COMMENTATORE DÀ NOTIZIE SU METONE, CHE NON DOVRANNO TRASCURARSI.
353 Secondo i dati moderni 19 anni fanno giorni 6939,60 e 235 lunazioni danno giorni 6939,69; il ragguaglio di 19 anni con 235 lunazioni è dunque assai prossimo al vero; non altrettanto si può dire del numero 6940 dei giorni solari assegnati al ciclo, il quale è in eccedenza di quasi 10 ore rispetto al Sole e di 7 ½ ore rispetto alla Luna
354 De Metonis monumento vide MAASS, Aratea, p. 13.
355 De anno Eutemonis vide MAASS, Aratea, p. 143.
356 Quegli eruditi, i quali credono che Eudosso abbia risuscitata l’ottaeteride soltanto per uso del Calendario, non sapendo come spiegare questo regresso rispetto al computo di Metone, hanno supposto che il ciclo d’Eudosso non fosse di una ottaeteride sola, ma di venti ottaeteridi o 160 anni; in capo ai quali la differenza di 1 ½ giorni qui sopra accennata, accumulandosi, riesce a formare una lunazione intiera di 30 giorni. Questa, omessa in capo a 160 anni, ristabiliva, secondo loro, l’accordo fra il computo lunare ed il solare.
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