417 CANTOR, Die Roemischen Agrimensoren und ihre Stellung in der Geschichte der Feldmesskunst (Leipzig, 1875), pp. 123 e 127. Citiamo questa monografia sotto il nome: Agrimensoren.
      418 IL LUOGO D’ARCHIMEDE, CHE NELLO SCRIVERE GLI AGRIMENSOREN ’ERA SFUGGITO DALLA MEMORIA, SI TROVA NEL LIBRO DELLE SPIRALI, 10 (ED. NIZZE, P. 125 E SEG.).
      419 Agrimensoren, pp. 58-59.
      420 Journal Asiatique, 6ªsérie, tome I (Paris, 1863), p. 352 nello scritto di WOEPCKE I: Mèmoire sur la propagatìon des chiffres Indiens.
      421 WEBER, Literaturgesch, . 274, nota 280, dove si citano ’Indische Studien, , 325-326, e REINAUD, Mémoire sur l’Inde, . 303.
      422 Nulla importa qui che si ammetta l’idea di Woepcke, secondo cui le cifre Gobar sarebbero lettere iniziali dei nomi numerali indiani nel secondo secolo, oppure che si voglia, come fa il BURGHELL (luogo citato, pp. 47-48, nota 2), supporre derivate quelle cifre da segni numerali non alfabetici che s’incontrano in iscrizioni d’ipogei appartenenti a quell’epoca.
      423 Più dimostrazioni di ciò si posson vedere nel nostro libro sugli Agrimensori Romani.
      424 La proporzione 7 abbiamo incontrato presso gl’Indiani una sol volta presso Bhâskara nel rapporto 1 dhàtaka = 14 callas. Cfr. l’opera di COOLEBROOKE, Algebra with Arithmetic and Mensuration from the Sanscrit (Londra, 1817), p. 2. La qual opera citeremo d’or innanzi brevemente col semplice nome: COLEBROOKE.
      425 HANKEL, pp. 205-209. Prima di lui avevano sostenuto l’originalità della geometria indiana Libri ed Arneth.
      426 Mémoires présentés par divers Savants a l’Académie des Inscriptions et Belles-Lettres.