Nell’astronomia dei Greci le innovazioni portate dai nuovi studi non furono di carattere cosi radicale, sopratutto nell’ultimo e più brillante periodo comprendente i lavori d’Ipparco e di Tolomeo; tuttavia non mancarono scoperte interessanti, come quella dell’iscrizione di Keskinto. Si è riconosciuto inoltre che il vuoto di quasi trecento anni fra quei due sommi astronomi era soltanto apparente; più attente ricerche han fatto scoprire le vestigia di due sistemi d’astronomia planetaria, di cui si è potuto ricostruire in parte i caratteri più importanti. Le idee dei filosofi greci sulla costruzione dell’universo sono state meglio studiate e ridotte ai risultati più probabili; l’astronomia di Filolao e quella di Platone spiegate nella loro vera natura; le teorie planetarie di Eudosso furono per la prima volta intese ed apparvero agli occhi di tutti, nella loro sorprendente genialità, come uno dei monumenti più notevoli del genio ellenico. Qualche luce si è pure fatta sull’evoluzione d’idee, che condusse Eraclide Pontico ed Aristarco a prevenire, in tutto od in parte, le idee di Ticone e di Copernico. I cicli lunari e solari dei Greci, ed in generale tutta la loro cronologia, è stata sottilmente indagata e verificata. Fra gli eruditi che con maggior successo si affaticarono in questi studi, son da nominare principalmente Augusto Boeckh, Lodovico Ideler, Augusto Mommsen, Enrico Martin, Paolo Tannery, Ermanno Diels, Federico Hultsch. E sarà sempre in onore presso gli studiosi un’altra pleiade di dotti, che spese le sue fatiche a procurare edizioni critiche degli autori classici usati come fonti principali di questa storia; pleiade nella quale brillano i nomi di Friedlein, Heiberg, Hiller, Wachsmuth, oltre ad alcuni dei già sopra nominati.
| |
Greci Ipparco Tolomeo Keskinto Filolao Platone Eudosso Eraclide Pontico Aristarco Ticone Copernico Greci Augusto Boeckh Lodovico Ideler Augusto Mommsen Enrico Martin Paolo Tannery Ermanno Diels Federico Hultsch Friedlein Heiberg Hiller Wachsmuth
|