«Gl’indigeni di Sumatra, racconta Marsden31, non suddividono i giorni in ore; per indicare in qual tempo della giornata sia accaduto un fatto, additano il punto del cielo ove trovavasi il Sole. I Malesi di Celebes, secondo Woodward32, distinguono solo la mattina, il mezzodì e la sera; non contano per ore, ma indicano le epoche del giorno per mezzo dell’altezza del Sole. Gli Ottentoti33 indicano gl’istanti del giorno dal corso del Sole, notando per esempio col dito dov’esso si trovava al momento della loro partenza da un luogo, e dove l’han veduto al momento del loro arrivo in un altro. I Cafri Kussa34 riuscivano assai bene ad indicare con precisione un’ora del giorno, stendendo il braccio verso il luogo in cui trovavasi allora o doveva trovarsi il Sole.
LA PARTIZIONE DEL GIORNO NATURALE IN ORE MATTUTINE, VESPERTINE E SERALI, FU ANCH’ESSA CERTAMENTE COMUNE A TUTTO IL MONDO, COM’È ANCORA PRESENTEMENTE QUANDO NON È IL CASO DI ADOPERARE UNA GRANDE ESATTEZZA. MA NOTEVOLE È IL FATTO, CHE GIÀ NELLO STADIO DI BARBARIE PRIMITIVA, ALCUNI POPOLI HAN TROVATO NECESSARIO DI SUDDIVIDERLO IN UN CERTO NUMERO DI PARTI UGUALI. TALE FU IL CASO DEGLI INDIANI DELL’ORENOCO35, I QUALI USAVANO (E PROBABILMENTE USANO ANCORA) DESIGNARE LE PARTI DEL GIORNO PER MEZZO DI PAROLE INDICANTI LA POSIZIONE DEL SOLE NEI MOMENTI IN CUI UNA COMINCIA E L’ALTRA FINISCE. LE PARTI ERANO QUATTRO, DELIMITATE DAI SEGUENTI ISTANTI: 1.° IL SOL CHE NASCE; 2.° IL SOLE IN FACCIA; 8.° IL SOLE DRITTO; 4.° IL SOLE VOLTATO; 5.° IL SOLE ENTRANTE. ANCH’ESSI, QUANDO INTENDEVANO USARE MAGGIOR PRECISIONE, SOLEVANO ACCENNARE COL DITO IL LUOGO DOVE DOVEVA ESSERE IL SOLE NEL MOMENTO CHE VOLEVANO INDICARE. DEI TAHITIANI NARRA IL GRAN NAVIGATORE COOK36 CHE PRESSO DI LORO IL GIORNO SI DIVIDE IN SEI PARTI E IN ALTRETTANTE LA NOTTE; LE QUALI, PER ESSERE L’ISOLA DI TAHITI NON MOLTO LONTANA DALL’EQUATORE (LATITUDINE 17° ½ SUD), POSSONO CONSIDERARSI COME TUTTE EGUALI FRA DI LORO, E VALGONO CIASCUNA COME DUE ORE DELLE NOSTRE. COTALI DIVISIONI, DICE COOK, HANNO CIASCUNA IL PROPRIO NOME, E VENGONO INDICATE CON MOLTA ESATTEZZA PER MEZZO DELL’ELEVAZIONE DEL SOLE QUANDO STA SULL’ORIZZONTE; MA POCHI SON QUELLI CHE DI NOTTE, ALLA SOLA ISPEZIONE DELLE STELLE, POSSANO INDICARE L’ORA PRECISAMENTE. QUESTI POCHI APPARTENGONO AD UNA CLASSE SPECIALE DI DOTTI, CHIAMATI TAHOWA, AD UN TEMPO TEOLOGI, MEDICI ED ASTRONOMI37. IL CONOSCERE LE ORE NOTTURNE IN OGNI TEMPO DELL’ANNO PER L’ISPEZIONE DELLE STELLE, COME PURE IL SAPERE QUALI STELLE HANNO IL LEVARE E IL TRAMONTO ELIACO NELLE DIVERSE STAGIONI DELL’ANNO, SUPPONE UNO STUDIO NON SUPERFICIALE DELLA SFERA STELLATA E DELL’ANNUO SPOSTARSI DEL SOLE IN GIRO INTORNO AD ESSA. ANCHE I MAORI DELLA NUOVA ZELANDA, SECONDO CHE NARRAVA IL CAPO DUATERRA AL MISSIONARIO LIDDYARD NICHOLAS38, «NELLA STATE VEGLIANO LA MAGGIOR PARTE DELLA NOTTE, ESAMINANDO IL MOVIMENTO DEL CIELO, E FACENDO AI LORO SACERDOTI QUESTIONI SULL’EPOCA NELLA QUALE UNA OD UN’ALTRA STELLA DEVE COMPARIRE». COSÌ PRESSO I MAORI, COME PRESSO I TAHITIANI, I SEGRETI DEL CIELO ERANO PRINCIPALMENTE AFFIDATI ALLO STUDIO DI UNA CLASSE SPECIALE, DEPOSITARIA DELLE LEGGENDE NAZIONALI E DELLE TRADIZIONI RELIGIOSE. NOI SORPRENDIAMO QUI, NELLA LORO PRIMITIVA FORMA, QUEI CELEBRI COLLEGI DI SACERDOTI-ASTRONOMI A CUI DOVETTERO LA LORO FAMA ANTICA NELLA SCIENZA DEGLI ASTRI GLI EGIZIANI ED I BABILONESI.
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