Imbarcatosi nel 1769 col celeberrimo Cook, lo accompagnò per una notevole parte del viaggio, fino alla Nuova Zelanda e alla costa orientale della Nuova Olanda. Nella navigazione di un anno e più per un mare incognito, egli non s’ingannò mai nell’indicare a Cook in qual direzione fosse situata Tahiti, malgrado i molti cambiamenti di rombo avvenuti in quel viaggio. È un vero peccato che nè Cook medesimo, nè Green, che osservò il passaggio di Venere a Tahiti in quello stesso anno, non abbiano cercato di farsi spiegare la sostanza del suo procedimento. Prima di questo viaggio, Tupia era stato lontano dieci o dodici giorni di vela dalla sua patria, e secondo il calcolo di Cook, aveva percorso circa quattrocento leghe o venti gradi in longitudine. Mentre navigava con Cook, raccontò la storia di queste sue precedenti escursioni, e diede i nomi di più di centotrenta isole da lui conosciute, descrivendone la grandezza e la posizione. Era stato sopra la maggior parte di quelle terre: ed avendo subito capito il principio delle carte, ne tracciò una dov’erano segnate le posizioni di settantaquattro isole secondo l’esperienza delle proprie navigazioni. Indicava la parte dell’orizzonte verso cui ciascuna isola era situata al momento, diceva se era più piccola o più grande di Tahiti, se era alta o bassa, popolata o deserta, aggiungendo di tempo in tempo qualche curiosa particolarità sulle medesime46.
NOTIZIA ADEGUATA DELL’ABILITÀ DEI POLINESIANI NELL’ASTRONOMIA NAUTICA POSSIAMO AVERE DAI RISULTATI A CUI PERVENNERO GLI ETNOGRAFI, STUDIANDO I COSTUMI E SOPRATUTTO LE LINGUE DELLE INFINITE ISOLE DISSEMINATE PER L’OCEANO PACIFICO. UN ESTESISSIMO GRUPPO DI LINGUE AFFINI OCCUPA UNA ZONA DI PIÙ CHE 70 GRADI IN LATITUDINE E DI PIÙ CHE 85 IN LONGITUDINE, COMINCIANDO DALLA NUOVA ZELANDA E PASSANDO PER GLI ARCIPELAGHI DI TONGA E DELLA SOCIETÀ, PER ARRIVARE DA UNA PARTE ALLE ISOLE SANDWICH, DALL’ALTRA ALLE ISOLE MARCHESI E A QUELLA DI PASQUA47. IL GRADO DI AFFINITÀ DELLE SUDDETTE LINGUE SI POTRÀ GIUDICARE DA QUESTO: CHE IL GIÀ NOMINATO TUPIA, CONDOTTO DA COOK ALLA NUOVA ZELANDA, SI FACEVA INTENDER BENE DA QUE’ MAORI PARLANDO LORO IL PROPRIO IDIOMA TAHITIANO48; E CHE NEL 1774 COOK ED I SUOI, APPRODATI ALL’ISOLA DI PASQUA, POTERONO COL MEZZO DI QUESTO MEDESIMO IDIOMA, FARSI INTENDERE IN MOLTE PARTI DEI LORO DISCORSI ED INTENDERE ANCHE PARZIALMENTE QUELLO DEGLI ISOLANI49. SI È DUNQUE NATURALMENTE CONDOTTI A SUPPORRE, CHE TUTTE LE ISOLE IN QUELL’IMMENSA ESTENSIONE SIANO STATE POPOLATE L’UNA DOPO L’ALTRA DA UOMINI DI UNA MEDESIMA SCHIATTA TRAVERSANDO I TRATTI DI MARE INTERPOSTI; TRATTI CHE SPESSO AMMONTANO A CINQUE, SEI, OTTO GRADI, E TALVOLTA SUPERANO I DIECI. QUELLI CHE POPOLARONO LE ISOLE SANDWICH, HAN DOVUTO VALICARE UN INTERVALLO DI QUINDICI GRADI DI LATITUDINE, POSTO CHE VI SIAN GIUNTI DALLE ISOLE ABITABILI PIÙ VICINE, CHE STANNO A MEZZODÌ; E UNA NAVIGAZIONE ANCHE PIÙ LUNGA HAN DOVUTO FARE GLI ABITATORI DELL’ISOLA DI PASQUA. L’ABILITÀ NAUTICA DEI POLINESIANI È STATA AMMIRATA DA TUTTI GLI ESPLORATORI CHE SCOPERSERO QUELLE ISOLE, DELLE QUALI UN GRUPPO (SAMOA) È STATO PER ANTONOMASIA DESIGNATO COL NOME DI ARCIPELAGO DEI NAVIGATORI.
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