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      ESAMINANDO I SEGNI GEROGLIFICI DEI DODICI MESI, CHAMPOLLION HA TROVATO, ED IL LETTORE POTRÀ VERIFICARE FACILMENTE, CHE I DODICI MESI DI CIASCUN ANNO SONO RIPARTITI IN TRE STAGIONI DI QUATTRO MESI CIASCUNA, O PER PARLARE PIÙ BREVEMENTE IN TRE TETRAMENIE DELLE QUALI I CARATTERI SONO
     
      corrispondenti rispettivamente, come mostrò il grande egittologo, alle idee di vegetazione, di messe e di inondazione. La falce lunare ripetuta e combinata 1, 2, 3, 4 volte con questi segni, serve a distinguere la 1ª, la 2ª, la 3ª, la 4ª luna o il 1°, il 2°, il 3°, il 4° mese di ciascuna tetramenia. Ora tale appunto, osserva Biot69, era ed è «la divisione dell’anno agricolo in Egitto, secondo le fasi invariabili che gli assegna l’inondazione del Nilo. Dietro la testimonianza unanime di tutti i viaggiatori che hanno visitato l’Egitto da Erodoto fino alla Commissione francese, il Nilo comincia a crescere al di sotto dell’ultima cateratta dopo il solstizio d’estate, il 21 o il 22 giugno del nostro calendario fisso. Esso si gonfia, straripa, e nello spazio di 100 giorni, quindi tre mesi e dieci giorni dopo il solstizio, raggiunge il colmo della piena. Allora resta stazionario per qualche giorno, poi si abbassa passando per le stesse gradazioni. Non appena si è ritirato, al principio d’ottobre nell’Alto Egitto, quindici giorni più tardi nel Delta, si semina il grano senza alcun lavoro sulle terre fangose lasciate allo scoperto dalle acque. Tosto avviene la germinazione e la pianticella spunta dalla terra; così che 120 o 125 giorni dopo il solstizio è esatto di dire che la tetramenia delle acque è finita e che comincia la stagione della vegetazione.


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Scritti sulla storia della astronomia antica
Tomo III
di Giovanni Virginio Schiaparelli
pagine 336

   





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