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      L’identità dell’anno determinato dalle osservazioni di Sirio coll’anno giuliano, mentre ha servito ai nostri tempi a facilitare grandemente i calcoli relativi al levare eliaco di quella stella, ha dato origine nei tempi antichi ad altre conseguenze ben più importanti. L’anno vago di 365 giorni, essendo di 6 ore giuste più breve che la rivoluzione eliaca di Sirio, veniva ad anticipare su quella esattamente di un giorno in quattro anni: di modo che se in una data epoca il levare di Sirio succedeva, per esempio, al l° del mese di Thoth, dopo quattro anni veniva a succedere il 2 del medesimo mese, dopo 8 anni il 3, e via dicendo. In capo a 365 x 4 o 1460 anni vaghi il levare di Sirio aveva ritardato sul principio dell’anno vago di 365 giorni, ciò che equivale a dire che questo levare accadeva nuovamente al 1° di Thoth dopo finito il 1461° anno vago. In questo intervallo il levare eliaco di Sirio aveva fatto 1460 rivoluzioni o, ciò che fa lo stesso, erano trascorsi 1460 de’ nostri anni giuliani. Dopo 1461 anni vaghi e 1460 anni giuliani l’ordine delle cose era ristabilito, e il levare eliaco di Sirio ricominciava a percorrere tutti i giorni dell’anno vago per dar origine ad un secondo ciclo eguale al precedente. Questo è il periodo celebre conosciuto sotto il nome di anno sotiaco o cinico, od anche di anno degli Dei, del quale si fa parola dagli autori antichi che trattarono della cronologia egiziana. Si vede che la sua relazione coll’anno di Giulio Cesare è intieramente casuale, come quella che è prodotta dalla identità di quest’ultimo colla rivoluzione eliaca di Sirio.


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Scritti sulla storia della astronomia antica
Tomo III
di Giovanni Virginio Schiaparelli
pagine 336

   





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