Una simile tendenza ad ordinare i tempi secondo il ciclo sotiaco si scorge nell’altro quadro delle dinastie egizie, conosciuto sotto il nome di Vetus Chronicon, di cui un estratto si è conservato nella cronografia di Giorgio Sincello86. In questa cronaca la durata totale del regno egiziano, dal principio del dominio degli Dei alla fine di Nectanebo II87, è computata in 36525 anni vaghi, equivalente a 36500 anni giuliani od esattamente a 25 periodi sotiaci. Sebbene il Vetus Chronichon sia, per segni evidenti, una informe e recente compilazione, sembra tuttavia che in essa siano conservate le tracce di un sistema di cronologia sotiaca diverso da quello di Manetone. Ma lo scopo, confessato dall’autore, di far quadrare la durata dell’impero egiziano colla rivoluzione completa dei punti equinoziali lungo l’eclittica (che secondo la precessione d’Ipparco e di Tolomeo dovrebbe aver luogo in 36000 anni) non permette di attribuire al medesimo molta antichità. Sarebbe interessante verificare, se il sistema cronologico affatto simile, di cui alcune tracce si conservano in un celebre ed antico papiro del Museo di Torino, non offre qualche relazione col ciclo canicolare. Questo papiro sembra anteriore, secondo Champollion, alla XX dinastia, e quindi all’XI secolo a. C.
Ma se le autorità ci fanno intieramente difetto sulle nozioni che avevano gli Egiziani intorno alla mutabile relazione dell’anno vago coll’anno solare, qualche lume indiretto possiamo ricavare per un’altra via, cioè esaminando la relazione che gli Egiziani supponevano fra il cominciare dell’anno vago o il levare eliaco di Sirio.
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