MA ERATOSTENE NEL SUO LIBRO DELL’OTTAETERIDE, CITATO DA GEMINO121, AFFERMA CHE NEI TEMPI A LUI ANTERIORI LA FESTA D’ISIDE CADEVA NEL SOLSTIZIO ESTIVO. NOI ABBIAMO DUNQUE QUI LA TESTIMONIANZA DIRETTA DELL’USO DELL’ANNO VAGO IN UN’EPOCA CHE RISALE ALL’ANNO - 953 O ALL’ANNO — 1003, SECONDO CHE SI ADOTTA PER L’ETÀ IN CUI VISSE GEMINO L’IPOTESI DI PETAVIO O QUELLA DI BRANDES. NÈ SI OBBIETTI CHE QUESTO PUÒ ESSERE UN SEMPLICE CALCOLO D’ERATOSTENE. PERCHÈ ANCHE CIÒ CONCESSO, RISULTA SEMPRE CHE AI TEMPI DI ERATOSTENE NULLA SI OPPONEVA ALL’IPOTESI CHE LA FESTA D’ISIDE E L’ANNO VAGO POTESSERO AVERE TANTA ANTICHITÀ QUANTA SOPRA SI È ACCENNATO122.
Ma noi possiamo risalire a tempi ancora molto più antichi coll’aiuto della testimonianza di Manetone, che doveva certamente veder chiaro in questa cosa. Lo scoliaste già nominato di Platone123, cita un tratto dello storico sebennita che si riferisce alla dinastia dei re Pastori. L’accordo di questa citazione con una analoga data da Eusebio non lascia dubbio circa la sua autenticità. Eccone il testo: «Sa?tes aggiunse al mese 12 ore, perchè fosse di 30 giorni; e all’anno 5 giorni, talché divenne di giorni 365». Noi abbiamo già indicato in qual senso si debba interpretare questo passo, La circostanza che ivi si accenna a un anno lunare a proposito di re Pastori, è sommamente atta ad accrescerne l’attendibilità. Inoltre qui non si potrà argomentare, come pel caso di Erodoto, a negligentia, perchè Manetone ha cura di contare anche le ore. Ripetiamo dunque qui che non solo l’anno vago era noto a Manetone, ma anche era in uso già al tempo dell’invasione dei Pastori, cioè 18 o 20 secoli prima di Cristo124.
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