Intorno alla sua origine e ai motivi per cui essa non venne data fin d’allora alla stampa, si raccolgono notizie dalla lettera che il 24 gennaio 1907 lo Schiaparelli indirizzava all’ astronomo Elia Millosèvich, il quale gli aveva chiesto l’autorizzazione di presentare all’Accademia dei Lincei un breve riassunto dell’articolo uscito l’anno prima nel periodico tedesco Weltall e intitolato Osservazioni e calcoli dei Babilonesi sui fenomeni del pianeta Venere. Dice dunque la lettera: «Le sono estremamente grato dell’insigne prova di stima e di benevolenza ch’Ella si propone di darmi presentando ai Lincei un sunto di sua mano del mio articolo sulle Osservazioni babilonesi di Venere. Malgrado questo io mi trovo costretto a sconsigliarla dal fare quella presentazione, e bisogna che gliene spieghi il motivo. Per lungo tempo io mi sono affaticato intorno a quell’argomento, ed ho anche in gran parte preparato una memoria di carattere rigorosamente scientifico che calcolavo di presentare ai Lincei oppure qui all’Istituto Lombardo. In questa memoria, oltre ai testi originali, si dà la traduzione, e anche, per alcuni termini teorici non ancora ben definiti dagli assiriologi, la ragione della traduzione; inoltre tutti i calcoli necessari alla dimostrazione dei risultati. Questo lavoro non è ancora intieramente pronto per la pubblicazione, e per diverse ragioni vorrei differirne ancora la stampa. Tuttavia, considerando che nescimus quod vesper serus vehat, e desiderando pure che non vada perduto quel poco di frutto che si può da quel lavoro ricavare, ho pensato di divulgare preventivamente i principali risultati sotto forma popolare, e questa fa l’origine dell’articolo da lei veduto.
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