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      Quando ciò sarà avvenuto, io cercherò (se sarò vivo) di compire la memoria più grande, e questa ben volentieri l'offrirò ai Lincei, se la troveranno degna di essere accettata». Del resto, indipendentemente dai limiti di tempo entro cui ebbero luogo le incursioni degli Umman-Manda nella Babilonide, lo Schiaparelli — certo per ragioni di carattere astronomico — propendeva anche più tardi ad attribuire queste osservazioni sul pianeta Venere all’età dei Sargonidi (sec. VIII-VII a. Ci: Vedi I primordi dell’astronomiapresso i babilonesi, pp. 79-80 nel Tomo Primo di questa edizione).
      Un’altra delle ragioni cui si accenna nella lettera, che indussero lo Schiaparelli a dilazionare la pubblicazione della sua memoria fu la seguente: egli l’aveva già pressochè condotta a termine, quando la sua attenzione si fermò sulla tavoletta astronomica in caratteri cuneiformi segnata K (2321 - 3032) che riconobbe esser strettamente connessa, quanto al contenuto, con l’altra consimile K 160, sullo studio della quale era fondato tutto il lavoro. Mancandogli l’agio, o non sentendosi
      per allora di rifare l’intera memoria, rimandò la cosa a più tardi e intanto pensò, come scrisse al Millosevich, di dar fuori le principali conclusioni suggeritegli dallo studio comparato delle due tavolette nell’articolo riassuntivo pubblicato nel Weltall. Questa memoria, che io pubblico di sulla minuta della seconda redazione, è dunque lontana dall’aver raggiunto quell’ ultimo grado di elaborazione a cui l’autore intendeva di condurla col tempo.


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Scritti sulla storia della astronomia antica
Tomo III
di Giovanni Virginio Schiaparelli
pagine 336

   





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