Sull’anteriore 44 e sulla posteriore 46 linee con bei caratteri assiri, i quali però in parte son mutilati e in parte cancellati. Contiene presagi astrologici. Ciascuna delle varie sezioni in cui il testo è diviso comincia coll’indicazione di un mese e col numero del giorno di esso mese». Come appare dalle lacune del testo pubblicato più innanzi, la superficie della tavoletta è guasta in diverse parti. Specialmente a deplorare è la perdita della ultime linee nella faccia posteriore (verso), in conseguenza della quale rimane impossibile decidere se la tavoletta fosse unica o facesse parte di una serie di più tavolette. In queste ultime linee del verso esisteva probabilmente una sottoscrizione o almeno qualche indicazione importante, quale in molte altre tavolette della collezione di Assurbanipal si trova. Un fortunato errore dello scriba, del quale avremo a dire più sotto, ci ha conservato nel corso del testo la notizia, che una parte almeno del contenuto (anzi molto probabilmente tutto il contenuto) è stato copiato da un esemplare di Babilonia, dove pertanto è da supporre che si facessero le osservazioni e l’originaria redazione del documento. Dopo una sepoltura di ventiquattro e più secoli, questo rivide finalmente la luce del giorno per opera di Layard e dei suoi coadiutori; e già nel 1870 potè esser pubblicato nel terzo volume della grande opera inglese sulle iscrizioni cuneiformi, sotto la direzione di Rawlinson e coll’attiva cooperazione di G. Smith142; nel qual volume occupa la tavola 63. Quattro anni dopo tale edizione fu riprodotto dal prof.
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