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      Egualmente sconosciuta è la norma secondo cui si faceva la distribuzione degli anni di 13 mesi. I documenti babilonesi pubblicati dallo Strassmaier191 fanno menzione abbastanza frequente di lune intercalari, e col loro soccorso è stato possibile stabilire un certo numero d’anni intercalari (circa 30) per l’intervallo compreso fra il principio del regno di Nabucodonosor II e la fine del regno di Dario I (604-485 av. Cr.}. Ma considerando questa serie, non vi si può ravvisare alcun periodo regolare, ed alcuno potrebbe anzi esser condotto a dubitare che ancora in quello spazio di tempo a Babilonia non si avesse alcuna idea nè del ciclo di Metone, nè dell’ottaeteride già ai tempi di Dario I usata dai Greci. Si trovano in questa serie intercalazioni in due anni consecutivi192 ed altre a quattro anni d’intervallo193: cosa in entrambi i casi inconciliabile con un metodo regolare d’intercalazione. Fortunatamente per noi queste anomalie non sono di alcuna conseguenza. Nel corso dei 16 anni comprendenti le osservazioni di Venere qui discusse, ebbero luogo sei intercalazioni: due di queste sono direttamente indicate, mentre il luogo delle altre quattro si può dedurre dalle osservazioni stesse.
      LA MAGGIOR DIFFICOLTÀ È PER NOI LO STABILIRE QUALE POSIZIONE OCCUPASSE L’EQUINOZIO DI PRIMAVERA NEL CALENDARIO BABILONICO AL TEMPO DELLE OSSERVAZIONI. IL DEDURRE QUESTO ELEMENTO DA TAVOLE BABILONESI DELL’EPOCA ARSACIDE, COME HA FATTO MAHLER194, RISALENDO ALLE EPOCHE ANTERIORI COLL’AIUTO DEL CICLO METONICO, NON PUÒ ESSER PERMESSO A NOI, DATO IL GRANDE INTERVALLO DI TEMPO. IL MODO IRREGOLARE CON CUI A BABILONIA SI TRATTAVA IL PROBLEMA DELLE LUNE INTERCALARI ANCORA AL TEMPO DI DARIO I E NELLE EPOCHE ANTERIORI, HA DOVUTO PRODURRE CORRISPONDENTI IRREGOLARITÀ ANCHE NELLA POSIZIONE DELL’EQUINOZIO DI PRIMAVERA RISPETTO AL CALENDARIO. NON È QUINDI POSSIBILE STABILIRE A PRIORI ALCUN PRINCIPIO SICURO PER LA DETERMINAZIONE DI QUEST? ELEMENTO. TUTTAVIA ESISTE NEI MONUMENTI ASSIRO-BABILONESI FINORA CONOSCIUTI UN CERTO NUMERO DI INDICAZIONI DA CUI SEMBRA PURE SI POSSA TRARRE QUALCHE PARTITO.


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Scritti sulla storia della astronomia antica
Tomo III
di Giovanni Virginio Schiaparelli
pagine 336

   





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