Ad ogni linea orizzontale corrispondono due sezioni consecutive del testo, e quattro osservazioni, con quest’ordine costante: I. disparizione orientale, II. apparizione occidentale, III. disparizione occidentale, IV. apparizione orientale. Per questo fatto, ciascuna delle quattro colonne verticali del quadro seguente I, II, III, IV si riferisce sempre a fenomeni della medesima specie. Fra le colonne I e II è un’altra colonna, che ne contiene, secondo le indicazioni del testo cuneiforme, le differenze orizzontali, cioè gl’intervalli fra la data di ciascuna disparizione orientale e la data della consecutiva apparizione occidentale: sono questi gl’intervalli d’invisibilità di Venere osservati nelle diverse congiunzioni superiori. Similmente fra le colonne III e IV sono iscritte le loro differenze orizzontali che segnano, sempre secondo l’indicazione del testo cuneiforme, gl’intervalli d’invisibilità osservati nelle diverse congiunzioni inferiori. Il confronto di queste differenze colle differenze vere mette in luce molte gravi discordanze, specialmente nella colonna che è fra I e II, e mostra purtroppo con evidenza il misero stato in cui pervennero fino a noi anche i numeri sfuggiti alla totale distruzione. Nelle tre prime colonne del quadro lo stato delle cose è affatto disperato, sia per le maggiori lacune, sia per gli errori dei numeri: delle dieci linee orizzontali una sola sembra conservata nella sua primitiva integrità, cioè la terza, che contiene le osservazioni (9) e (10) ed il corrispondente intervallo.
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Venere
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