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      Il loro intervallo non può differir molto dalla rivoluzione sinodica, 584 giorni. Se ora noi non supponiamo alcuna intercalazione, facilmente troviamo che (contando le lune per 29,5 giorni) dal XII.15 di un anno al VI².7 di due anni dopo han potuto trascorrere soli 553 giorni, cioè 31 giorni meno di 584. Fra le date (8) e (12) vi fu dunque un mese intercalare, e questo fu un Adar immediatamente aggiunto dopo l’Adar I in cui ebbe luogo l’osservazione (8). Veramente l’intercalazione avrebbe potuto aver luogo sei mesi più tardi, raddoppiando l’Elul consecutivo; ma in tal caso si avrebbero due intercalazioni in due anni consecutivi, irregolarità grave che nel calendario babilonico assai raramente è avvenuta, probabilmente per riparare negligenze anteriori209. Con uguale ragionamento si proverà che un altro Adar II ha dovuto esser intercalato dopo l’Adar I in cui è stata fatta l’osservazione (28).
      Similmente confrontando le date delle osservazioni (12) e (20), si troverà che fra le due ha avuto luogo un mese intercalare. Senza questa supposizione, l’intervallo che le separa e che dovrebbe esser poco diverso da due rivoluzioni sinodiche, cioè da 1168 giorni, riuscirebbe di soli giorni 1142, con difetto di 26 giorni. La posizione di questo intercalare non si può assegnare con sicurezza per le molte lacune dei numeri. Io ho supposto che sia stato raddoppiato l’Elul precedente il Marchesvan dell’osservazione (19): nulla però impedirebbe di riportare l’intercalazione indietro di sei mesi, sull’Adar che ha seguito il Šabat dell’osservazione (18). L’una e l’altra supposizione conducono i nostri calcoli ad ugual risultato.


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Scritti sulla storia della astronomia antica
Tomo III
di Giovanni Virginio Schiaparelli
pagine 336

   





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