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      MA ABBIAMO ANCHE : P = D TANG ? = R’ (SIN ? / SIN ?) TANG ?: QUINDI UGUAGLIANDO I DUE VALORI DI P SI OTTIENEsin ? tang i sin (180°+??? - ?) = sin ? tang ?
      L’INSIEME DELLE DUE FORMULE OTTENUTER’ SIN (? + ?) = R SIN ?
      SIN ? TANG I SIN (180°+ ??? - ? = SIN ? TANG ?(6)
      COSTITUISCE LA CERCATA RELAZIONE FRA LE QUANTITÀ ? ? (CIOÈ L’ELONGAZIONE E LA LATITUDINE DI VENERE) PER MEZZO DELL’ANGOLO INTERMEDIARIO ?, QUANDO SIAN NOTI ?, ?, ?, R, R’, IL SEGNO SUPERIORE VALENDO PER LE OSSERVAZIONI DELLA SERA, ECC. DATO INFATTI UN VALORE QUALUNQUE DI ?, DALLA PRIMA SI OTTERRÀ IL CORRISPONDENTE VALORE DI ?, E CON QUESTO E CON ?, DALLA SECONDA IL VALORE DI ?. QUESTE FORMULE PERÒ DIVENTANO INSERVIBILI NEL CASO SPECIALE IN CUI ? = 0, IN CUI CIOÈ SI VOGLIA CALCOLARE LA LATITUDINE DI QUEL PUNTO DELL’ORBITA APPARENTE DI VENERE, CHE STA IN CONGIUNZIONE COL SOLE, E SI PROIETTA SUL PIANO DELL’ECLITTICA IN Q, E SUL PIANO DELLA FIG. 1ª IN F. INFATTI ALLORA SI HA ANCHE ? = 0, ED ENTRAMBE LE (6) DIVENTANO INDETERMINATE. MA IN TAL CASO È FACILE VEDERE CHE PER VALORI EVANESCENTI DI ?, ? SI HA SEMPRE
     
     
      quindi la latitudine ? del punto dell’orbita di Venere congiunto col Sole (cioè del punto F nella figura la) sarà data da
     
     
      Le due relazioni (6), supponendone eliminata la variabile intermediaria ?, costituiscono l’equazione in ?, ? dell’orbita apparente di Venere, cioè della linea LH (fig. 1). La loro combinazione colla (5) darebbe la completa determinazione dei valori di ?, ? corrispondenti all’istante osservato. Esse tuttavia non si prestano opportune ad un calcolo diretto di tali quantità, sopratutto perchè R’ non è quantità costante, ma è leggermente variabile in dipendenza del valore di ?.


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Scritti sulla storia della astronomia antica
Tomo III
di Giovanni Virginio Schiaparelli
pagine 336

   





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