Assaradone si vanta di aver prostrato a terra Teušpa il Gimirreo, un guerriero Manda venuto da lontano paese, e sconfitto le sue truppe. Di queste fa menzione anche la cronaca babilonese sopra citata220: «I Gimirri vennero in Assiria, e in Assiria furono sconfitti». A Kâstarit, condottiero di un popol misto di Cimmeri, di Medi e di Mannei, era riuscito d’impadronirsi di una cittŕ dell’Assiria e di alcuni villaggi: il terrore da lui sparso intorno fu tale, che si ordinarono pubbliche preghiere per la durata di cento giorni221. Ma la bravura con cui Assaradone respinse tutti questi assalti; una spedizione di rivincita contro i Mannei222, invano aiutati da Išpakai, un capo degli Ašguzei, cioč, a quanto sembra, degli Sciti223; un’altra spedizione attraverso alla Media fino al Demavend, assicurarono per molti anni i confini dell’impero. Il suo successore Assurbanipal non nomina i Manda, e soltanto di nome conosce i Cimmeri, i quali si rivolsero allora ad occidente verso l’Asia Minore, e qui diedero molto da fare a Gige re di Lidia e al suo successore Ardys.
Soltanto un mezzo secolo piů tardi (verso il 630?) ebbe luogo la grande invasione scitica, descritta da Erodoto secondo le tradizioni correnti fra i Persiani del suo tempo. Ad essa accennano anche i profeti Sofonia e Geremia, che di essa furono contemporanei e fors’anche in parte spettatori. Ma i monumenti della Mesopotamia tacciono affatto sugli eventi politici di quest’epoca, ed in essi fino ad oggi non si č trovata notizia riferibile con certezza a quel celebre fatto.
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