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      Si può inoltre facilmente dimostrare che queste date appartengono ad un calendario fisso con intercalazione quadriennale, e non ad un calendario vago.
      INFATTI SE NOI FACCIAMO IL COMPUTO DEI GIORNI TRASCORSI DOPO IL 6 GENNAIO DELL’ANNO 2 AVANTI CRISTO FINO A TUTTO L’8 NOVEMBRE DELL’ANNO 28° DI CRISTO, ED AMMETTIAMO PER UN MOMENTO CHE IN QUESTO INTERVALLO GLI ANNI GIULIANI SIANO STATI INTERCALATI SECONDO LA NOTA REGOLA, TROVEREMO CHE TALE INTERVALLO È DI GIORNI 10899.
      SE D’ALTRA PARTE SUPPONIAMO CHE L’ANNO CAPPADOCE FOSSE GIÀ FISSO NELLE EPOCHE ASSEGNATE, ED AMMETTIAMO INOLTRE CHE L’ANNO CORRISPONDENTE ALLA PRIMA DATA (DEL 13 ???????) FOSSE UN ANNO COMUNE CON SOLI 5 EPAGOMENI, E COSÌ PURE COMUNE L’ANNO SEGUENTE, OTTERREMO QUESTO RISULTATO:
      14 ??????? e seguenti fino al 5° ed ultimo epagomeno ... 232
      GIORNI DELL’ANNO SEGUENTE SUPPOSTO COMUNE..................... 365
      28 ANNI CON INTERCALAZ. QUADRIENNALE 1461 X 7 …............. 10227
      PARTE DELL’ULTIMO ANNO FINO A TUTTO IL 15 ???????? ............. 75
      Somma 10899
      Onde risulta un perfetto parallelismo fra i due computi. Il calendario cappadoce di S. Epifanio era dunque un calendario fisso, il quale camminava di pari passo col calendario giuliano, differendone soltanto nel cominciamento dell’anno e nell’epoca del giorno intercalare.
      Di fronte a questo risultato si presentano ora due possibilità. Secondo la prima si dovrebbe ammettere che la forma fissa del calendario cappadoce già fosse stabilita l’anno 2 avanti Cristo, e che la corrispondenza delle date riferite da S. Epifanio sia un fatto storico.


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Scritti sulla storia della astronomia antica
Tomo III
di Giovanni Virginio Schiaparelli
pagine 336

   





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