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      Noi abbiamo però mostrato che l’intercalazione in parola non potè aver luogo che in un anno di Cristo esprimibile per 4n+1 o 4n+2. Perciò la scelta rimane limitata fra l’anno 349, che è della forma 4n+1, e l’anno 350, che è della forma 4n+2; nell’uno e nell’altro caso l’epagomeno intercalato corrispondendo al 26 di agosto giuliano.
      Un risultato alquanto differente si ottiene supponendo con Gutschmidt che l’anno vago cappadoce cominciasse coll’anno vago degli Armeni, e che fosse sempre 1° Artania = 1° Navasardi. In questo caso si trova che all’epoca della riforma cappadoce si aveva in ArmeniaNavasardi = 26 agosto. Ora il 1° Navasardi armeno era uguale al 6 Choiak egiziano: dunque 26 agosto = 6 Choiak. Retrocedendo di 95 giorni d’ambe le parti si arriva a concludere che all’epoca suddetta doveva pure essere 1° Thoth = 23 maggio; corrispondenza ch’ebbe luogo negli anni 368, 369, 370, 371 di Cristo. Di questi anni il 369 ha la forma 4n+1 e il 370 la forma 4n+2: diremo dunque che nella presente ipotesi la prima intercalazione del sesto epagomeno ebbe luogo o il 26 agosto 369 di Cristo, o il 26 agosto dell’anno 370.
      Abbiamo dimostrato più sopra che l’introduzione del giorno intercalare nel calendario cappadoce ha avuto luogo prima che S. Epifanio scrivesse il libro contro le eresie. Le due epoche testè ottenute per la riforma, cioè 349-350 e 369-370 di Cristo, soddisfano entrambe alla condizione enunciata: infatti la composizione di quel libro si ritiene cominciata da S. Epifanio


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Scritti sulla storia della astronomia antica
Tomo III
di Giovanni Virginio Schiaparelli
pagine 336

   





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