TANTAE MOLIS ERAT DISTRUGGERE LA CREDUTA INALTERABILE CONNESSIONE DELL’ASSE DEL MONDO COLLA SFERA STELLATA! PURE, MALGRADO OGNI DILIGENZA, LA SCOPERTA D’IPPARCO FECE POCA FORTUNA PRESSO GLI ANTICHI. ESSA DOMANDAVA NON SOLO ALQUANTA ATTENZIONE PER ESSER BEN CAPITA, MA ANCHE CONTRASTAVA TROPPO COLLE OPINIONI PREDOMINANTI DELLE SCUOLE. NÈ GEMINO, NÈ ADRASTO, NÈ PLINIO, I QUALI EBBERO PER LE MANI LE MEMORIE D’IPPARCO, NÈ CLEOMEDE, NÈ PLUTARCO, NÈ CENSORINO, I QUALI CI TRASMISERO TANTA PARTE DI CIÒ CHE SAPPIAMO SULLA STORIA DELL’ASTRONOMIA, MOSTRANO DI AVER UDITO PUR PARLARE DEL MOVIMENTO DEI PUNTI EQUINOZIALI E SOLSTIZIALI.
Tuttavia leggiamo presso Columella, dove discorre della mutabilità dei climi264: «Multos iam memorabiles auctores comperi persuasum habere longo aevi situ qualitatem coeli statumque mutari; corumque consultissimum astrologiae professorem Hipparchum prodidisse tempus fore, quo cardines mundi loco moverentur; idque etiam non spernendus auctor rei rusticae Saserna videtur adcredidisse. Nam eo libro, quem de agricultura scriptum reliquit, mutatum coeli statum sic colligit, quod quae regiones antea, propter hiemis assiduam violentiam, nullam stirpem vitis aut oleae depositanti custodire potuerint, nunc mitigato iam et intepescente pristino frigore, largissimis olivitatibus Liberique vindemiis exuberent. Sed haec, sive falsa seu vera ratio est, litteris astrologiae concedatur». Il professore Ipparco sarebbe restato assai meravigliato nel vedere che quei pochi i quali facevano attenzione alla sua teoria, ne interpretavano poi le conseguenze in modo cosi poco conforme alla verità ed alla ragione geometrica, e aspettavano dalla precessione un cambiamento nella latitudine dei luoghi terrestri.
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Columella Hipparchum Saserna Liberique Ipparco
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