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      Il vedere che con tal moto retrogrado si spiegavano completamente i fenomeni della precessione ha dovuto confermarlo in questo modo di vedere. Poniamo ancora che, per verificare il moto supposto, egli abbia effettivamente determinato la posizione di uno dei punti equinoziali o solstiziali, e lo abbia trovato, per qualche errore di osservazione o di raziocinio, nel 2° o nel 3° grado del Cancro. Ciò gli dovette fornire press’a poco elementi simili a quelli che riferisce Teone.
      Avrebb’egli potuto ammettere una retrogradazione continua? No: perchè in capo a due o tre secoli il solstizio estivo sarebbe caduto nei Gemelli e uscito dal Cancro, dove i libri sedicenti sacri e antichissimi di Ermete, Petosiri, Necepso concordavano a stabilirlo per sempre. Era dunque il nostro astrologo obbligato: 1° ad ammettere, pel tempo presente, un moto retrogrado; 2° ad arrestarlo al principio del Cancro. Per quanto riguarda l’altro limite del movimento, egli avrà cercato di allontanarlo il meno possibile, estendendolo solo a quel grado 8° del Cancro che era stato uno dei punti di partenza del suo calcolo.
      In questa maniera si otteneva un altro vantaggio inestimabile; quello di liberarsi dalla precessione continua ed uniforme, nemico fondamentale e principale dell’astrologia. Non so se sia mai stato notato che un vero astrologo non poteva ammettere la precessione senza togliere ipsofatto ogni autorità ai libri più venerati della sua arte. Autore di tali libri era creduto Ermete, il quale, al dire di Manetone282, era antico allora di quasi diecimila anni.


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Scritti sulla storia della astronomia antica
Tomo III
di Giovanni Virginio Schiaparelli
pagine 336

   





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