Con questo fatto contrasta singolarmente l’altro, che di tale sistema è giunta notizia a noi soltanto, o quasi, per mezzo di scrittori latini; la serie dei quali comincia ai tempi d’Augusto con Vitruvio, e si estende fino a quelli della più bassa latinità con Isidoro e con Beda. Essi sembran tutti derivare da un’unica fonte, probabilmente da Varrone; il quale probabilmente a sua volta ne avrà tratto notizia da uno scrittore greco. Ciò posto, si può affermare che quest’ultimo non ha potuto essere anteriore ad Ipparco. Così la creazione del sistema verrebbe ad essere determinata, quanto all’epoca, entro limiti abbastanza stretti, comprendenti il secolo all’incirca trascorso dal tempo d’Ipparco a quello di Varrone.
MALGRADO LA SCARSITÀ E LO STATO IMPERFETTO DELLE NOTIZIE A NOI PERVENUTE, SI PUÒ AFFERMARE CHE IL SISTEMA EBBE DUE FORME DIVERSE O DUE VARIANTI, LE QUALI, PUR CONCORDANDO NEL PRINCIPIO FONDAMENTALE E NELLE TEORIE DEI PIANETI SUPERIORI, DIFFERIVANO CIRCA IL MODO D’INTERPRETARE IL MOVIMENTO DI MERCURIO E DI VENERE.
È UN FATTO DEGNO DI OSSERVAZIONE CHE NELLA LISTA DEGLI AUTORI CHE FANNO CENNO DI QUEST’IPOTESI ASTRONOMICA, O DI QUALCHE PARTICOLARITÀ AD ESSA APPARTENENTE, SONO COMPRESI SENZA ECCEZIONE TUTTI QUELLI CHE HANNO PARLATO DEL MOTO ELIOCENTRICO DI MERCURIO E DI VENERE; MOTO ELIOCENTRICO CHE ENTRAVA COME PARTE ESSENZIALE IN UNA DELLE DUE FORME O VARIANTI CUI SOPRA S’ È ACCENNATO.
LE POCHE NOTIZIE SUPERSTITI DEL SISTEMA ELIODINAMICO SONO PREZIOSE PER L’ASTRONOMIA SOPRATTUTTO PERCHÈ TALE SISTEMA CONTIENE IL PRIMO TENTATIVO DI RAPPRESENTARE IN QUALCHE MODO NEL MOVIMENTO DEI PIANETI, NON SOLO L’ANOMALIA SOLARE, MA ANCHE L’ANOMALIA ZODIACALE; QUELLA CIOÈ CHE ORA NOI SAPPIAMO DERIVARE DAL MOTO DEI PIANETI STESSI NELL’ELLISSE, SECONDO LE LEGGI DI KEPLERO. SU QUESTO PUNTO TOLOMEO (ALMAGESTO) CI ASSICURA NEI TERMINI PIÙ FORMALI CHE PRIMA D’IPPARCO NON S’ERA FATTO NULLA; E CHE IPPARCO MEDESIMO, PERSUASO DELLA DIFFICOLTÀ DEL PROBLEMA, SI ERA LIMITATO A RACCOGLIERE E METTER IN ORDINE LE OSSERVAZIONI ANTERIORI. TOLOMEO POI NON ACCENNA MINIMAMENTE AD ALCUN TENTATIVO FATTO PRIMA CHE EGLI STESSO VI SI ACCINGESSE293. QUESTO INDUSSE GLI STORICI DELL’ASTRONOMIA A CREDERE CHE INTERAMENTE A LUI FOSSE DOVUTA LA STUPENDA SOLUZIONE CH’EGLI DIEDE DEL SUDDETTO PROBLEMA; MA LA COSA NON SARÀ FACILMENTE AMMESSA DA CHI ABBIA POTUTO FORMARSI UN’IDEA DELLA COMPLICAZIONE DEL MOTO COMBINATO NELL’ECCENTRICO E NELL’EPICICLO, E DEL NUMERO ENORME DI OSSERVAZIONI AGGRUPPATE IN SERIE CONTINUE, CHE FU NECESSARIO PER STABILIRE EMPIRICAMENTE TUTTI I PARTICOLARI DI FATTO. E QUANDO SI TENGA IL DOVUTO CONTO DELLA POCA PRECISIONE CON CUI ALLORA LE OSSERVAZIONI SI FACEVANO, E DELLA IMPERFEZIONE DEI METODI CON CUI SI DISCUTEVANO, NESSUNO POTRÀ CREDERE CHE AL MODO COSÌ AMMIRABILE E PERFETTO, CON CUI NELL’ALMAGESTO SONO RAPPRESENTATE SIMULTANEAMENTE LE DUE INEGUAGLIANZE SOLARE E ZODIACALE, SI SIA POTUTI GIUNGERE SENZA CHE PRECEDESSE UNA LUNGA SERIE DI TENTATIVI E DI SUCCESSIVE APPROSSIMAZIONI294. IL SISTEMA DA NOI STUDIATO RAPPRESENTA (ALMENO PER I PIANETI SUPERIORI) UN TENTATIVO DI QUESTA NATURA: IMPERFETTO COM’ESSO È, COSTITUISCE TUTTAVIA UN PASSO AVANTI NEL PROGRESSO DELLE IDEE, E PRENDE IL SUO POSTO NELLA STORIA DELL’ASTRONOMIA PLANETARIA DEI GRECI.
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