C. NOTIZIA SUI COMMENTI ASTRONOMICIAL LIBRO II DI PLINIO.
Nel secondo libro della Storia Naturale, e precisamente sotto i capitoli XV, XVI, XVII, Plinio propone sul caso dei cinque pianeti minori una teoria, alla quale mi sembra che finora non sia stata concessa importanza sufficiente dagli storici dell’astronomia antica. Di che la causa mi sembra debba attribuirsi a ciò, che nelle pagine a tale esposizione consacrate regna una quasi impenetrabile oscurità; onde fu posta a duro cimento la perspicacia e la pazienza dei pochi commentatori che si affaticarono per intenderle e per estrarne un senso ragionevole. Come tutti i Romani anche più dotti, Plinio intendeva poco di geometria; non fa quindi meraviglia che in una esposizione di natura essenzialmente geometrica, egli non abbia sempre saputo trovare la maniera migliore di esprimere i suoi concetti, dato pure che questi fossero nella sua mente chiari ed esatti, il che non è certo sia sempre avvenuto. Aggiungasi il modo tumultuario con cui la sua grande opera è stata messa insieme dalla riunione di un numero enorme di schede, modo che certamente non era favorevole ad una esposizione lungamente meditata di cose difficili e all’autore poco famigliari.
Al principio del secolo XVI, quando l’opera di Plinio cominciò ad esser più generalmente studiata, la parte del libro II concernente l’astronomia fu l’oggetto delle ricerche di più dotti commentatori bene esercitati nello studio di Tolomeo, quali il medico Giorgio Collimizio, il geografo Gioachino Vadiano e Jacopo Ziegler.
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