Pagina (281/336)

   

pagina


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina 

      Tutti questi scritti sembrano derivare in tutto o in parte da una medesima fonte principale, e sono rappresentanti più o meno degenerati, più o meno indiretti, di una medesima opera, la quale intorno alle costellazioni e alla loro mitologia sarebbe stata scritta da Eratostene, ed ora non vivrebbe più che in queste imperfette e monche compilazioni. Il titolo stesso dell’opera è incerto. Bernhardy nella sua raccolta dei frammenti di Eratostene317, vuole che l’opera in questione sia identica al poema Hermes di Eratostene stesso, dei quale è rimasto un certo numero di frammenti, quasi tutti molto brevi, da cui è assai difficile riconoscere quale ne fosse il contenuto, sebbene le allusioni all’astronomia, alle costellazioni e alla mitologia non faccian difetto. Secondo il Bernhardy da questo poema avrebbe tratto anche Igino i frammenti abbastanza numerosi in cui cita Eratostene. I frammenti dell’Hermes si trovano riuniti dal Bernhardy nell’opera citata a pp. 110-167: di molti però è difficile provare che appartenessero realmente a quel poema. Essi furon raccolti, discussi e pubblicati di nuovo recentemente da Hiller, del quale io non ho potuto vedere il lavoro. Di una parte delle favole astronomiche si crede pure trattasse Eratostene nell’altro poemetto intitolato Erigone, del quale il Bernhardy ha raccolto i frammenti a pp. 150-158. Malgrado che il suo metro (elegiaco) sia diverso da quello dell’Hermes (esametri puri), Bernhardy sostiene che questa Erigone fosse semplicemente un episodio dell’Hermes, ciò che si dura fatica a credere.


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina 

   

Scritti sulla storia della astronomia antica
Tomo III
di Giovanni Virginio Schiaparelli
pagine 336

   





Eratostene Eratostene Hermes Eratostene Bernhardy Igino Eratostene Hermes Bernhardy Hiller Eratostene Erigone Bernhardy Hermes Bernhardy Erigone Hermes