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      L’onore borghese prende, è vero, il nome dalla classe borghese; ma la sua autorità si estende sopra tutte le classi indistintamente, senza eccezione pure per le più alte; nessuno può farne senza; si è proprio un affare dei più serj, e bisogna guardarsi dal prenderlo alla leggera. Chiunque viola la fede e la legge rimane per sempre uomo senza fede e senza legge, checchè faccia e checchè possa essere; i frutti amari che porta con sè la perdita dell’onore non tarderanno a mostrarsi.
      L’onore ha, in un certo senso, carattere negativo, in opposizione alla gloria il cui carattere è positivo, perchè l’onore non è quell’opinione che si riferisce a qualità speciali, appartenenti ad un solo individuo, ma è l’opinione che si riferisce a qualità d’ordinario presupposte, e che l’individuo è tenuto di possedere egualmente agli altri. L’onore dunque si accontenta di far testimonianza che questo soggetto non fa eccezione, mentre la gloria afferma che esso è un’eccezione. La gloria deve quindi esser acquistata; l’onore al contrario non abbisogna che di non esser perduto. Per conseguenza la mancanza di gloria è l’oscurità, una negazione; la mancanza d’onore è l’onta, una positività. Non bisogna però confondere questa condizione negativa con la passività; tutto all’opposto l’onore ha un carattere interamente attivo. Infatti esso procede unicamente dal suo soggetto; esso è fondato sulla condotta propria di questi e non sulle azioni d’altri, o su fatti esterni; esso è dunque «ton ef emin» (una qualità interna). Vedremo bentosto che questo è il marchio distintivo fra il vero onore, e l’onore cavalleresco o falso onore.


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Aforismi sulla saggezza nella vita
di Arthur Shopenhauer
Editore Dumolard Milano
1885 pagine 282