Consiste questo, quando l’avversario è stato villano, nell’esser notabilmente più villano di lui; se per ciò le ingiurie non bastano si viene alle percosse: e qui pure v’ha un climax, una gradazione nella cura dell’onore: gli schiaffi sono guariti colle bastonate, queste colle scudisciate; per le scudisciate poi v’è qualcuno che raccomanda, come rimedio d’efficacia garantita, lo sputare nel viso. Ma nel caso in cui non si arrivi a tempo con questi rimedi, bisogna senza fallo ricorrere alle operazioni sanguinose. Un tal metodo di cura palliativa è basato in sostanza sulla massima seguente:
4.° Nella stessa maniera che esser insultato è un’onta, insultare è un onore. Così, che la verità, il diritto e la ragione sieno pure dalla parte del mio avversario, e che io lo ingiuri, sull’istante egli non ha che da andare al diavolo con tutti i suoi meriti: il diritto e l’onore sono dalla mia parte, ed egli al contrario ha provvisoriamente perduto l’onore fino a che non lo ristabilisca — col diritto e colla ragione, direte voi? niente affatto!: colla pistola o colla spada. Dunque dal punto di vista dell’onore la rozzezza è una qualità che supplisce o domina tutte le altre: il più villano ha sempre ragione: quid multa? Qualunque sciocchezza, qualunque sconvenienza, qualunque infamia si abbia potuto commettere, una villania grossolana toglie loro questo carattere, e le legittima seduta stante. Che in una discussione, od in una semplice conversazione una persona mostri una conoscenza più esatta della questione, un amore più severo della verità, una mente più vasta, un raziocinio più giusto, in una parola ch’egli metta in luce tali meriti intellettuali che facciano cader nell’ombra i nostri, nondimeno noi potremo d’un sol colpo annullare tutte queste superiorità, nascondere la nostra pochezza di mente, ed esser superiori a nostra volta divenendo villani ed offensivi.
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