Si potrebbe, è vero, domandarsi se havvi proprio gente che meriti stima ed amicizia. Checchè ne sia ho più fiducia in un bravo cane quando dimena la coda che in tutte queste dimostrazioni e cerimonie. La vera, la sincera amicizia presuppone che, fra amici, l’uno prenda una parte vivissima, puramente oggettiva ed affatto disinteressata, alla felicità ed alle disgrazie dell’altro, e tale associazione suppone a sua volta un reale identificarsi con l’amico. L’egoismo della natura umana è talmente opposto a questo sentimento che l’amicizia vera fa parte di quelle cose circa le quali s’ignora, come per il gran serpente di mare, se appartengano al regno delle favole o se esistano in qualche luogo. Tuttavia si danno qualche volta fra gli uomini certe relazioni le quali, benchè fondate in essenza su motivi segretamente egoistici di molteplice natura, sono condite nullameno d’un grano di amicizia genuina e sincera, ciò che basta a dar loro una tale impronta di nobiltà che possono, in questo mondo delle imperfezioni, portare con qualche diritto il nome d’amicizia. Tali relazioni si levano altamente sopra gli avvicinamenti d’ogni giorno; questi sono di tale natura che noi non rivolgeremmo più mai la parola alla maggior parte delle nostre buone conoscenze se intendessimo ciò che esse dicono di noi in nostra assenza.
A lato dei casi nei quali si ha bisogno di serî soccorsi e di sacrifizî considerevoli, la migliore occasione per mettere alla prova la sincerità d’un amico si è il momento in cui gli annunciate una disgrazia che vi ha improvvisamente colpito.
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