E non si danno meriti di cui gli uomini sieno più fieri che di quelli dell’intelligenza, visto che su di essi è fondata la loro superiorità riguardo gli animali. È dunque una grandissima temerità il mostrar loro una spiccata superiorità intellettuale, sopratutto davanti testimoni. Ciò provoca la loro vendetta, e d’ordinario essi cercheranno d’esercitarla colle ingiurie, perocchè passano così dal dominio dell’intelligenza a quello della volontà nel quale siamo tutti eguali. Se dunque la posizione e le ricchezze possono sempre contare in società sulla considerazione, le qualità intellettuali non devono aspettarsela; ciò che può loro toccare di meglio si è che non si faccia loro attenzione; che altrimenti saranno considerate come una specie d’impertinenza o come un bene che è stato acquistato per vie illecite e di cui il proprietario ha l’audacia di gloriarsi; per questo ciascuno si propone tacitamente di infliggergli in appresso qualche umiliazione su tale proposito, e allo scopo non attende che l’occasione favorevole. Appena con umilissimo atteggiamento si riescirà a strappare, come una elemosina, il perdono della propria superiorità intellettuale. Dice Saadi nel Gulistan: «Sappiate che si trova presso l’uomo irragionevole cento volte più d’avversione per il ragionevole di quello che questi non ne provi per il primo.» L’inferiorità intellettuale invece equivale ad un vero titolo di raccomandazione. Perocchè il sentimento benefico della superiorità è per lo spirito ciò che il calore è per il corpo; ciascuno s’avvicina all’individuo che gli procura tale sensazione per lo stesso istinto che lo spinge ad avvicinarsi alla stufa o ad andarsi a mettere sotto i raggi del sole.
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Saadi Gulistan
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