Si è dunque un tale stato che costituisce la volgarità. In essa gli organi dei sensi ed una minima attività intellettuale, necessari a fermare i loro dati, rimangono soli in azione; ne risulta che l’uomo volgare resta sempre aperto a tutte le impressioni, e percepisce istantaneamente tutto quanto succede intorno a lui, al punto che il suono più leggero per esempio, o qualunque circostanza per quanto insignificante, sveglia tosto la sua attenzione, proprio come succede negli animali. Tutto ciò apparisce dal suo viso e dal suo esteriore, ed è da ciò che proviene l’apparenza volgare, apparenza la cui impressione è tanto più ributtante in quanto che, come succede molto spesso, la volontà, la quale allora occupa tutta la coscienza, è bassa, egoista e cattiva. (Nota di Schopenhauer).
(7) Letterale: Un mestiere ha un fondo d’oro.
(8) Mi si permetta il neologismo. (Nota del Trad.).
(9) Mediocre et rampant nell’originale. (N. del Trad.).
(10) Le classi più eminenti nel loro lustro, splendore e fasto, nella loro magnificenza ed ostentazione d’ogni natura possono dire a sè stesse: La nostra felicità è posta interamente fuori di noi; il suo luogo è nella testa degli altri. (Nota di Schopenhauer).
(11) Scire tuum nihil est, nisi te scire hoc sciat alter (Che tu sappi è niente, se non sai che gli altri lo sanno). (Nota di Schopenhauer).
(12) Point d’honneur und puntiglio nel testo. (Nota del Trad.).
(13) Vedemmo cosa dice lo Schopenhauer dei Francesi, degli Inglesi e dei Tedeschi; vediamo ora come parla degli Italiani: «Qualità dominante nel carattere nazionale degli Italiani si è un’impudenza assoluta che proviene da ciò che eglino si considerano come se non fossero nè al di sopra nè al di sotto di chicchessia, vale a dire che sono a vicenda arroganti e sfrontati, oppure vili ed abbietti.
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