(19) L’onore cavalleresco è figlio dell’orgoglio e della follia (la verità opposta a questi precetti si trova nettamente espressa nella commedia El Principe constante colle parole: Esa es la herencia de Adan, gli affanni sono il retaggio dei figli di Adamo). (*)
Reca stupore che questo orgoglio estremo non s’incontri che in seno di quella religione che impone ai suoi aderenti l’umiltà estrema; nè le epoche anteriori, nè le altre parti del mondo conoscono tale principio dell’onore cavalleresco. Tuttavia non è alla religione che bisogna attribuirne la causa, ma al regime feudale durante il quale ogni nobile si considerava come un piccolo sovrano; egli non riconosceva fra gli uomini alcun giudice che fosse messo al di sopra di lui; imparava così ad attribuire alla sua persona una inviolabilità ed una santità assolute; ed è per questo che qualunque attentato contro la sua persona, una percossa, una ingiuria, gli sembrava un delitto meritevole di morte. Per ciò il principio dell’onore ed il duello non erano in origine che un affare concernente i nobili; essi si estesero più tardi agli officiali, a cui si unirono poi qualche volta, ma giammai d’un modo costante, le altre classi più eminenti, nello scopo di non perdere in considerazione. Le ordalie, quantunque abbiano fatto nascere il duello, non sono l’origine del principio dell’onore cavalleresco; esse non ne sono che la conseguenza e l’applicazione: chiunque non riconosce in altro uomo il diritto di giudicarlo ricorre al giudice divino.
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El Principe Esa Adan Adamo
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