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      Nello stesso modo che l’amore della vita non è alla fin fine che la paura della morte, così l’istinto sociale degli uomini non è un sentimento diretto, vale a dire non è fondato sull’amore della società, ma sulla paura della solitudine, perocchè non è in verità la benefica presenza degli altri che si cerca, ma si fugge piuttosto l’aridità e la desolazione dell’isolamento, e così pure la monotonia della propria coscienza; per togliersi alla solitudine ogni compagnia è buona, anche la cattiva, e ciascuno si sottomette volontieri alla fatica ed alla riservatezza forzata che qualunque società porta necessariamente con sè. — Ma quando il disgusto di tuttociò ha preso il sopravvento, quando, come conseguenza, la solitudine si ha caparrata la nostra simpatia e noi abbiamo vinto quella prima impressione che essa produce, in modo da non provar quegli effetti che più in alto abbiamo descritti, allora si può a bell’agio restar sempre soli; non si rimpiangerà di certo il mondo, perchè non si avrà bisogno diretto di esso, e perchè ormai si sarà avvezzi alle conseguenze benefiche dell’isolamento. (Nota dell’Autore).
      (33) Gli aforismi sulla saggezza nella vita fanno parte di una raccolta di scritti pubblicata da Schopenhauer sotto il titolo di Parerga und Paralipomena. Ecco l’apologo di cui l’autore parla nel testo: «In una rigida giornata d’inverno una truppa di porcospini si era messa in mucchio serrato per salvarsi scambievolmente dal freddo col loro proprio calore. Ma subito sentirono le offese delle loro punte, ciò che li fece allontanare gli uni dagli altri.


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Aforismi sulla saggezza nella vita
di Arthur Shopenhauer
Editore Dumolard Milano
1885 pagine 282

   





Nota Autore Schopenhauer Parerga Paralipomena