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      Invece un pensiero unico deve, per quanto comprensivo esso sia, conservare la più perfetta unità. Si lasci pure, per il fine della propria comunicabilità, scomporre in parti: ma tuttavia deve la concatenazione di queste parti essere organica, ossia tale, che ogni parte altrettanto regga il tutto, quando viene retta dal tutto; nessuna è la prima e nessuna è l'ultima; l'intero pensiero guadagna in chiarezza mediante ogni sua parte, ed anche la più piccola particella non può venir compresa appieno, se già prima non è stato compreso l'insieme. Ma un libro deve intanto avere un primo ed un ultimo rigo, e per questo rimarrà sempre molto dissimile da un organismo, per quanto si mantenga somigliante a questo il suo contenuto: di conseguenza staranno qui in contrasto forma e contenuto.
      Risulta da sé che, in tali circostanze, non v'ha altro consiglio, per vedere a fondo nel pensiero qui esposto, se non leggere il libro due volte, e a dir vero la prima volta con molta pazienza; la quale si può attingere soltanto dalla spontanea fiducia che il principio presupponga la fine, quasi altrettanto come la fine il principio; e così ogni parte che sta innanzi presupponga quella che segue, quasi altrettanto come questa quella. Io dico «quasi»: perché non è così in tutto e per tutto; e quanto era possibile di fare, per mettere innanzi ciò che meno richiede d'esser chiarito dal seguito, come del resto quanto poteva contribuire alla più facile comprensibilità e chiarezza possibile, è stato fatto onestamente e coscienziosamente.


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Il mondo come volontà e rappresentazione
Tomo I
di Arthur Schopenhauer
pagine 254